Antonio Tizzano (a cura di), Trattati dell'Unione europea, Milano, Giuffrè, 2014, II ed

AuthorUgo Villani
Pages399-400
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Studi sull’integrazione europea, IX (2014), pp. 399-400
Antonio Tizzano (a cura di)
Trattati dell’Unione
europea
Milano, Giuffrè, 2014, II ed., pp. XXXIV-2674
Pubblicata a dieci anni di distanza dalla prima, questa seconda edizione del
commentario ai Trattati dell’Unione europea mantiene inalterati i caratteri e i pregi
dell’opera originaria, offrendo, per altro verso, un quadro estremamente aggiornato
del diritto primario dell’Unione.
L’aggiornamento era indispensabile per preservare la vitalità e l’attualità di
un’opera, divenuta ben presto un “classico” in materia, alla quale gli studiosi,
gli operatori giuridici, gli studenti sono naturalmente portati ad accostarsi per un
primo inquadramento della tematica oggetto dei propri interessi. È appena il caso di
ricordare, infatti, quanti e quali profondi mutamenti nel corso dell’ultimo decennio
si siano verificati nel sistema normativo e istituzionale dell’Unione europea. Non
si è realizzata, com’è noto, la c.d. costituzionalizzazione dell’Unione, conseguente
al Trattato di Roma del 29 ottobre 2004 che adotta una Costituzione per l’Europa,
naufragato sotto i colpi delle bocciature del referendum francese e di quello olan-
dese; ma, nella sostanza, le novità presenti nella “Costituzione europea” sono state
in larga parte recuperate nel Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007, in vigore
dal 1° dicembre 2009. A seguito delle modifiche da questo apportate la stessa
struttura dell’edificio europeo è mutata, con la scomparsa della Comunità europea
e il suo assorbimento nell’Unione europea, fenomeno che ha fornito un elemento
di chiarezza e di semplificazione (anche se permane, con la sua individualità, la
Comunità europea dell’energia atomica). La costruzione a tre “pilastri”, disegnata
a Maastricht, è anch’essa venuta meno, sebbene, per quanto riguarda il 2° pilastro,
quello relativo alla politica estera e di sicurezza comune, la soppressione del pilastro
e la conseguente unificazione normativa siano solo apparenti, tante sono le peculia-
rità che tale politica presenta, sul piano delle competenze, delle procedure, degli atti.
La Carta dei diritti fondamentali, che rappresenta uno degli elementi più innovativi
e qualificanti nel processo d’integrazione europea, ha finalmente acquistato piena
efficacia obbligatoria. La “codecisione” è diventata la procedura legislativa ordina-
ria, pur se permangono diverse e importanti eccezioni.
Le modifiche non si arrestano a quelle contenute nel Trattato di Lisbona, modi-
fiche – sia detto per inciso – non prive di qualche complicazione e di problemi
interpretativi (si pensi alle decisioni dirette a una pluralità di destinatari dell’art.
288 TFUE, agli “atti regolamentari” di cui all’art. 263 TFUE), così come di nozioni
quasi tautologiche, come la definizione secondo la quale “gli atti giuridici adottati
mediante procedura legislativa sono atti legislativi” (art. 289, par. 3, TFUE). Esse

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