Conclusiones del Abogado General Sr. J. Richard de la Tour, presentadas el 16 de junio de 2022.

JurisdictionEuropean Union
ECLIECLI:EU:C:2022:475
Date16 June 2022
Celex Number62020CC0459
CourtCourt of Justice (European Union)

Edizione provvisoria

CONCLUSIONI DELL’AVVOCATO GENERALE

JEAN RICHARD DE LA TOUR

presentate il 16 giugno 2022 (1)

Causa C459/20

X

contro

Staatssecretaris van Justitie en Veiligheid

[domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal rechtbank Den Haag, zittingsplaats Utrecht (Tribunale dell’Aia, sede di Utrecht, Paesi Bassi)]

«Rinvio pregiudiziale – Cittadinanza dell’Unione – Articolo 20 TFUE – Diritto di soggiorno di un cittadino di un paese terzo, genitore di un figlio minorenne, cittadino dell’Unione, nello Stato membro di cui tale minore ha la cittadinanza – Minore soggiornante al di fuori del territorio dell’Unione – Diniego del diritto di soggiorno atto a privare il minore della possibilità di recarsi nel territorio dell’Unione – Interesse superiore del minore – Relazione di dipendenza tra il genitore cittadino di un paese terzo e il figlio minorenne, cittadino dell’Unione»






I. Introduzione

1. In che misura un cittadino di un paese terzo, genitore di un figlio minorenne, cittadino dell’Unione, può godere di un diritto di soggiorno derivato, fondato sulle disposizioni dell’articolo 20 TFUE, nello Stato membro di cui il figlio ha la cittadinanza, quando tale minore risiede, sin dalla nascita, al di fuori del territorio dell’Unione?

2. È questa, in sostanza, la questione sollevata dalla presente causa.

3. La risposta a tale questione richiederà di determinare entro quali limiti i principi individuati dalla Corte nelle sentenze dell’8 marzo 2011, Ruiz Zambrano (2), del 15 novembre 2011, Dereci e a. (3), del 6 dicembre 2012, O e a. (4), e del 10 maggio 2017, Chavez-Vilchez e a. (5), quali ribaditi nella sentenza dell’8 maggio 2018, K.A. e a. (Ricongiungimento familiare in Belgio) (6), siano applicabili a una situazione in cui, al momento della presentazione in uno Stato membro della domanda di concessione di un diritto di soggiorno derivato, da un lato, il genitore cittadino di un paese terzo e suo figlio, cittadino dell’Unione avente la cittadinanza di tale Stato, non soggiornano insieme e, dall’altro, tale minore non ha mai soggiornato nel territorio dell’Unione.

4. Tale analisi richiederà di distinguere due ipotesi. La prima ipotesi è quella in cui detta domanda rientra nell’iniziativa «individuale» del genitore cittadino di un paese terzo, non avendo essa alcun collegamento con l’ingresso o con il soggiorno del minore, cittadino dell’Unione, nello Stato membro di cui questi possiede la cittadinanza. La seconda ipotesi è quella in cui tale domanda si inserisce, per contro, in un’iniziativa «comune» del genitore e del figlio che intende esercitare la libertà di circolazione conferitagli dal suo status di cittadino dell’Unione, lasciando il paese terzo in cui ha la propria residenza abituale per recarsi nello Stato membro di cui possiede la cittadinanza.

5. La risposta a tale questione richiederà altresì di fornire talune precisazioni riguardanti, da un lato, le modalità di valutazione dell’interesse superiore del minore e, dall’altro, i criteri relativi alla valutazione dell’esistenza di una relazione di dipendenza atta a costituire il fondamento di un diritto di soggiorno derivato ai sensi dell’articolo 20 TFUE in una siffatta situazione.

II. Fatti del procedimento principale e questioni pregiudiziali

A. Fatti

6. La ricorrente, cittadina thailandese, ha soggiornato legalmente nei Paesi Bassi, dove è stata sposata con A, cittadino dei Paesi Bassi. Da questa unione, il 28 marzo 2012, è nato un figlio avente la cittadinanza dei Paesi Bassi. Detto minore, che attualmente ha dieci anni, è nato in Thailandia dove è stato cresciuto dalla nonna materna, dal momento che, dopo la sua nascita, la madre era ritornata nei Paesi Bassi. Il minore ha sempre vissuto in detto paese terzo e non ha mai soggiornato nei Paesi Bassi o in nessun altro Stato membro dell’Unione. La ricorrente gli ha fatto visita in alcune occasioni in Thailandia. Il minore de quo non parla né il neerlandese né l’inglese (7).

7. Con decisione del 22 maggio 2017, il diritto di soggiorno della ricorrente è stato revocato con effetto retroattivo al 1° giugno 2016, in quanto il suo rapporto con A si era di fatto concluso in tale data. Il divorzio è stato pronunciato il 17 maggio 2018 e i genitori avevano ex lege l’affidamento congiunto del figlio.

8. Dal fascicolo sottoposto alla Corte risulta che la ricorrente nel procedimento principale ha presentato, il 14 marzo 2018, una domanda di permesso di soggiorno per motivi umanitari, che è stata respinta il 26 giugno 2018. Anche il ricorso proposto avverso tale decisione è stato respinto con sentenza del 18 dicembre 2018.

9. Il 6 maggio 2019 lo Staatssecretaris van Justitie en Veiligheid (Segretario di Stato alla Giustizia e alla Sicurezza, Paesi Bassi; in prosieguo: il «Segretario di Stato») ha notificato alla ricorrente che sarebbe stata allontanata verso Bangkok (Thailandia) l’8 maggio 2019.

10. Il 7 maggio 2019 B, cittadino dei Paesi Bassi, ha presentato una domanda di permesso di soggiorno [«Aanvrag voor het verblijfsdoel “familie en gezin” (domanda di soggiorno in qualità di familiare)»] ai fini del ricongiungimento familiare con la ricorrente in qualità di membro della famiglia allargata. Tale domanda è stata respinta con decisione dell’8 maggio 2019, in base alla motivazione che non esisteva alcuna relazione duratura ed esclusiva tra la ricorrente e B e che quest’ultimo non disponeva di risorse sufficienti a tal fine. In tale decisione, il Segretario di Stato ha inoltre precisato che la ricorrente non poteva rivendicare un diritto di soggiorno derivato ai sensi dell’articolo 20 TFUE, quale riconosciuto dalla Corte nella sentenza Chavez-Vilchez e a.

11. La ricorrente è stata espulsa verso Bangkok (Thailandia) l’8 maggio 2019.

12. Con decisione del 2 luglio 2019, il Segretario di Stato ha confermato il rigetto della domanda di permesso di soggiorno della ricorrente.

B. Procedimento dinanzi al giudice del rinvio e questioni pregiudiziali

13. La ricorrente ha proposto ricorso avverso la decisione del 2 luglio 2019 adducendo che, a seguito di tale decisione, suo figlio sarebbe stato privato della possibilità di soggiornare all’interno dell’Unione, rimettendo quindi in discussione l’effetto utile dei diritti conferitigli dal suo status di cittadino dell’Unione.

14. A tale riguardo, la ricorrente fa valere che suo figlio, in quanto cittadino dei Paesi Bassi, ha il diritto di soggiornare nel territorio dell’Unione. Essa sottolinea, inoltre, di avere sempre avuto un rapporto affettivo con lui e di essersi sempre assunta il relativo onere legale e finanziario. Se è vero che, durante il periodo precedente al suo ritorno in Thailandia, essa è stata costretta a occuparsi a distanza dei compiti connessi alla cura e all’educazione del figlio per via digitale, viceversa, dal suo rientro in Thailandia, l’8 maggio 2019, si occupa di lui quotidianamente. Essa aggiunge di aver ottenuto l’affidamento esclusivo in forza di una sentenza del Tribunale di Surin (Thailandia) del 5 febbraio 2020. La ricorrente ha precisato che sua madre non può più accudire il bambino a causa della sua situazione medica. Inoltre, essa sostiene che il padre di quest’ultimo non si è mai assunto l’onere legale, finanziario o affettivo di suo figlio.

15. Il Segretario di Stato fa valere, in sostanza, che i principi enunciati nella sentenza Chavez-Vilchez e a. non sono applicabili a una situazione come quella di cui trattasi nel procedimento principale, in quanto il rigetto della domanda di permesso di soggiorno presentata dalla ricorrente non obbliga il minore a lasciare il territorio dell’Unione, dal momento che egli vive in Thailandia sin dalla nascita. Esso sottolinea che non vi è alcuna prova oggettiva che la ricorrente si faccia effettivamente carico dell’onere legale, finanziario e affettivo di suo figlio o che sussista una siffatta relazione di dipendenza tra tale ricorrente e tale minore, né che quest’ultimo sarebbe costretto a soggiornare al di fuori del territorio dell’Unione. Per quanto riguarda il coinvolgimento del padre del minore, esso precisa che gli elementi addotti dalla ricorrente hanno carattere soggettivo. Peraltro, poiché la sentenza del Tribunale di Surin (Thailandia) non è stata autenticata, non si può automaticamente ritenere che la ricorrente abbia l’affidamento esclusivo del figlio. Il Segretario di Stato aggiunge che la ricorrente non ha neppure dimostrato che lo stesso figlio desideri venire a vivere nei Paesi Bassi o che il suo permesso di soggiorno sia nell’interesse di quest’ultimo.

16. È in tale contesto che il rechtbank Den Haag, zittingsplaats Utrecht (Tribunale dell’Aia, sede di Utrecht, Paesi Bassi) ha quindi deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte le seguenti questioni pregiudiziali:

«1) Se l’articolo 20 TFUE debba essere interpretato nel senso che esso osta a che uno Stato membro neghi a un cittadino di un paese terzo, che abbia a carico il proprio figlio minorenne, cittadino dell’Unione e allorché tale figlio minorenne si trova in un’effettiva relazione di dipendenza dal cittadino del paese terzo, il diritto di soggiorno nello Stato membro di cui il minore cittadino dell’Unione possiede la cittadinanza, mentre il cittadino dell’Unione minorenne si trova al di fuori del territorio di tale Stato membro o dell’Unione e/o non si è mai trovato sul territorio dell’Unione, per cui al cittadino dell’Unione minorenne viene di fatto negato l’ingresso nel territorio dell’Unione.

2 a) Se i cittadini dell’Unione (minorenni) debbano affermare o dimostrare un interesse all’esercizio dei diritti loro spettanti in base alla cittadinanza dell’Unione.

b) Se a tale riguardo può essere rilevante che i cittadini dell’Unione minorenni di norma non possono far valere autonomamente i loro diritti e non hanno essi stessi il controllo sul luogo di residenza, ma a questo riguardo dipendono dal loro genitore (dai loro genitori) e che ciò potrebbe comportare che l’esercizio...

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