Il contributo di Antonio La Pergola all’affermazione e allo sviluppo del diritto comunitario

AuthorGiuseppe Tesauro
PositionGiudice costituzionale e professore f.r. di Diritto dell’Unione europea nell’Università degli studi di Napoli "Federico II"
Pages361-368

    Discorso pronunciato il 17 dicembre 2008 presso la Corte costituzionale.

Page 361

@1. Il primo incontro con Antonio La Pergola

1. Ho incontrato Antonio La Pergola in un lontano pomeriggio a metà degli anni ’60, nel salotto napoletano di Rolando Quadri. Aspettavamo il Maestro e dunque, conoscendolo entrambi, eravamo sereni nell’attesa, che sapevamo di incerta durata, anche di ore. Ero da poco laureato ed uno dei libri che Quadri mi aveva dato da leggere “a freddo” era quello di La Pergola su Costituzione e adattamento dell’ordinamento interno al diritto internazionale, del 1961, 400 e dispari pagine. Subito dopo le presentazioni della signora Mariuccia, mi chiese, secondo tradizione accademica, di quale argomento mi stessi occupando. Non feci in tempo a rispondergli a tono e per intero, forse emozionato dal materializzarsi di fronte a me di chi aveva accompagnato le mie serate per settimane, con un argomento diciamo pure delicato per gli allievi di Quadri, come l’adattamento. Per giunta La Pergola aveva apprezzato al giusto e comunque non osteggiato il monismo strutturale, il realismo modello Alf Ross e la lettura quadriana dell’art. 10, 1° co., della nostra Costituzione, di cui si discuteva con favore e fervore nella scuola napoletana di diritto internazionale.

Mi incalzò, compensando i miei silenzi, e mi cominciò a parlare di un caso recente, approdato sia alla Corte costituzionale che alla Corte di giustizia. Pensai subito che fosse Costa/Enel, ma mi sbagliavo, perché lo aveva colpito di più il caso, quasi ignorato dai più, delle Acciaierie San Michele. Fu, questa, la sentenza (dicembre 1965) in cui la Corte costituzionale cominciò a ridurre i punti di maggiore distanza dall’approccio comunitario, dando così una prima risposta alla severa affermazione che veniva dal Lussemburgo (giugno 1965) della contrarietà all’ordine pubblico comunitario del semplicistico primato della legge nazionale successiva a quella di adattamento al Trattato CEE, ribadito l’anno precedente in Costa/Enel dalla Consulta in coerenza con la versione formale e, dunque, normativa della tradizione dualista.

Page 362

Fu una lezione ricchissima, quella che ebbi da Antonio La Pergola durante quella lunga attesa del Maestro. Abituato all’idea che i costituzionalisti non si occupavano granché, all’epoca, dei rapporti con il diritto internazionale ed il diritto comunitario, mi colpì il suo entusiasmo, oltre che la conoscenza di dettagli della giurisprudenza e della letteratura che ai più erano sembrati di minore rilievo, come per l’appunto quella sentenza. Era del resto già un costituzionalista anomalo. Mi colpì anche, nonostante il luogo in cui eravamo, il suo scarso interesse per la discussione in dottrina sull’art. 10, 1° co., della Costituzione, se cioè il meccanismo di adattamento automatico comprendesse o no anche i trattati. In realtà, era una tenzone molto accademica e poco scientifica (all’epoca le lotte tra scuole appassionavano), tanto che Lagrange, primo e grande Avvocato generale francese, sottolineò quanto l’Italia fosse vittima dei suoi professori. La Pergola era interessato di più all’aspetto pratico, e il senno di oggi ci dice quanto avesse ragione, che cioè la soluzione negativa sposata dalla stragrande maggioranza della dottrina italiana e dalla giurisprudenza poneva ed ancor più avrebbe posto al nostro Paese, soprattutto nell’ambito comunitario, un problema che andava assolutamente risolto nella direzione opposta, scolpita da sempre in un fondamentale principio del diritto internazionale.

@2. I prodromi della sentenza Granital

2. Non ebbi molte occasioni di incontro negli anni successivi con Antonio (nel frattempo ero diventato ordinario e dunque ci davamo del tu). Qualche volta me ne parlava Quadri, con stima e affetto. Negli anni, il problema dei rapporti con il diritto comunitario si raffreddò alquanto, con le sentenze Frontini e Industrie Chimiche della Corte costituzionale, siamo alla metà degli anni ’70, in cui fu superato il problema della riserva di legge in materia tributaria (con lo scetticismo di maniera sul preteso deficit democratico) e quello dell’ancoraggio costituzionale del diritto comunitario, individuato nell’art. 11.

Ma i nodi maggiori sono stati sciolti con il contributo fondamentale di Antonio negli anni ’80, caratterizzati da un suo impegno particolarmente intenso sia nella Corte costituzionale, sia in Parlamento e nel Governo. È del giugno 1984 la sentenza Granital, Antonio relatore e redattore, svolta radicale dell’approccio del nostro giudice costituzionale al rapporto con il diritto comunitario.

La sentenza ebbe invero un prologo significativo: la causa Comavicola, dell’ottobre 1981, in cui il Tribunale di Milano aveva posto in modo diretto e chiaro all’attenzione della Corte costituzionale la portata e le...

To continue reading

Request your trial

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT