Dall'Europa dei mercati all'Europa dei diritti

AuthorAndrea Pertici
Pages79-101
S: 1. Introduzione: l’integrazione economica e lo sviluppo politico dell’Eu-
ropa. – 2. La tutela dei diritti fondamentali nelle Comunità europee: la via giuri-
sprudenziale. – 3. La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. – 4. La
Carta dei diritti fondamentali dall’incorporazione nel Trattato che istituisce una
Costituzione per l’Europa al “rinvio” del trattato di Lisbona. – 5. Alcune questio-
ni poste dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea in vigore. – 5.1
Una Carta con «lo stesso valore giuridico» dei trattati: modalità di revisione e
applicabilità della procedura d’infrazione. – 5.2 La Carta e le Carte: la tutela dei
diritti fondamentali nell’Unione europea e nei suoi Stati membri.
1. Introduzione: l’integrazione economica e lo sviluppo politico
dell’Europa
Le Comunità europee (CECA, CEE, EURATOM) nascono, come
noto, con un oggetto economico, ma con un’aspirazione politica. Ciò
risulta chiaramente dalla dichiarazione di Schuman del 9 maggio 1950,
che si apre con l’affermazione secondo la quale «la pace mondiale non
potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai
pericoli che la minacciano. Il contributo che un’Europa organizzata e
vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento
DALL’EUROPA DEI MERCATI
ALL’EUROPA DEI DIRITTI*
La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea
tra il trattato che adotta una costituzione per l’Europa
ed il trattato di Lisbona
di Andrea Pertici**
* Il presente contributo rappresenta la parziale rielaborazione nella relazione orale svolta al
Convegno organizzato presso la Facoltà di Economia dell’Università del Salento il 27 maggio 2009,
su “Governo dell’economia e diritti fondamentali nell’Unione europea”, in occasione della pubbli-
cazione del libro di F. G, Europa: la “Costituzioneabbandonata, Cacucci, Bari, 2008.
Deve precisarsi che nei dieci mesi intercorsi tra lo svolgimento del Convegno e la raccolta
degli scritti, il volto dell’Unione europea risulta parzialmente cambiato a seguito dell’entrata
in vigore, il 1° dicembre 2009, del trattato di Lisbona, di cui abbiamo ritenuto necessario te-
nere conto nel presente scritto.
** Professore associato di Istituzioni di diritto pubblico presso l’Università degli Studi di Pisa.
80 Governo dell’economia e diritti fondamentali nell’Unione europea
di relazioni pacifiche. La Francia, facendosi da oltre vent’anni antesi-
gnana di un’Europa unita, ha sempre avuto per obiettivo essenziale di
servire la pace» e prosegue sostenendo, tra l’altro, che «la fusione
della produzioni di carbone e di acciaio assicurerà subito la costitu-
zione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della
Federazione europea» e – ancora – che «questa proposta, mettendo in
comune le produzioni di base e istituendo una nuova Alta Autorità, le
cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i paesi
che vi aderiranno, costituirà il primo nucleo concreto di una Federa-
zione europea indispensabile al mantenimento della pace»1.
Un’analoga impostazione pare riscontrabile nel discorso pronun-
ciato da Jean Monnet, in occasione della seduta inaugurale della Corte
di giustizia della CECA (1952). Il primo Presidente dell’Alta Autorità
della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, infatti, sostenne, in
quell’occasione, che «per la prima volta si riunisce una Corte sovrana
europea. Io saluto in voi non solo la Corte della CECA, ma anche la
prospettiva di una Corte suprema federale europea»2.
Se quindi la CECA nasce, con il trattato di Parigi del 1951, con un
oggetto economico (peraltro settorialmente limitato), lo sguardo è già
rivolto oltre, addirittura ad un’ipotesi di federazione, che pure era sta-
ta da tempo (ed in particolare da prima dell’emergere delle dittature
fasciste e nazionaliste) affacciata in più sedi di riflessione politica e
culturale3. Tali aspirazioni paiono trovare inizialmente una più preci-
1 Il documento è reperibile sul sito http://europa.eu/abc/symbols/9-may/decl_it.htm.
2 L’intero discorso può essere letto e ascoltato, in francese, sul sito http://www.ena.lu/.
3 In effetti se l’idea di un’Europa unita ha radici storiche profonde che non possono cer-
tamente essere ripercorse neppure sommariamente in questa sede (cfr., ad esempio, F. C-
, Storia dell’idea d’Europa, Laterza, Bari, 1961; J.B. D, L’idèe d’Europe dans
l’histoire, Denoel, Paris, 1965), senza risalire troppo indietro nel tempo, possiamo ricordare
come dalla fine dell’Ottocento si fosse diffusa in ambienti accademici ed imprenditoriali
un’idea di unione doganale e di mercato comune (cfr. M. D – E. B (éds.), Le
Cercles économique et l’Europe au XX siècle, Louvain La Neuve, Louvain, 1992), ripresa e
sviluppata dal movimento Pan-Europa di Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, autore
nel 1923 del celebre testo Paneuropa (su cui cfr., ad esempio, U. W, Richard Nikolaus
Graf Coudenhove-Kalergi (1894–1972) und die Paneuropa-Bewegung in den zwanziger Jah-
ren, in Historische Zeitschrift, vol. 283, 1, August 2006, 2006, 103 ss.), in cui si legge, tra
l’altro, che «la questione europea sarà risolta soltanto attraverso l’unione delle nazioni euro-
pee. (…) Il più grande ostacolo alla realizzazione degli Stati Uniti d’Europa è la millenaria
rivalità fra le due nazioni più popolose d’Europa: la Germania e la Francia», che infatti
proprio la CECA alcuni lustri dopo mirerà a superare. Queste idee influenzarono certamente
grandi personalità politiche, tra cui in particolare Aristide Briand (Primo Ministro e Ministro
degli esteri francese), che nel 1929 pronunciò in merito un celebre discorso alla Società delle
Nazioni, nel quale, tra l’altro, affermò di ritenere «che tra popoli che siano geograficamente
raggruppati, come quelli dell’Europa, non possa non esistere una sorta di legame federale.
Questi popoli devono avere la possibilità di entrare in ogni momento in vicendevole contatto,

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