Decision No 1098/2008/EC of the European Parliament and of the Council of 22 October 2008 on the European Year for Combating Poverty and Social Exclusion (2010) (Text with EEA relevance)

Published date07 November 2008
Subject MatterSocial provisions
Official Gazette PublicationOfficial Journal of the European Union, L 298, 07 November 2008
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7.11.2008 IT Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 298/20

DECISIONE N. 1098/2008/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

del 22 ottobre 2008

riguardante l’anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale (2010)

(Testo rilevante ai fini del SEE)

IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l’articolo 137, paragrafo 2,

vista la proposta della Commissione,

visto il parere del Comitato economico e sociale europeo (1),

visto il parere del Comitato delle regioni (2),

deliberando secondo la procedura di cui all’articolo 251 del trattato (3),

considerando quanto segue:

(1) La lotta alla povertà e all’esclusione sociale è uno degli impegni fondamentali dell’Unione europea e dei suoi Stati membri.
(2) Il trattato di Amsterdam nel 1997 ha aggiunto nuove disposizioni sulla lotta all’emarginazione sociale agli esistenti ambiti di attività su cui vertono le disposizioni di politica sociale del trattato CE, in particolare gli articoli 136 e 137, e ha creato un nuovo quadro giuridico e una nuova base giuridica per nuovi impegni politici in questo settore.
(3) Il Consiglio europeo tenutosi a Lisbona il 23 e 24 marzo 2000 ha riconosciuto l’inaccettabilità della portata della povertà e dell’esclusione sociale. La costruzione di un’Unione europea più inclusiva è stata quindi considerata elemento fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo strategico decennale dell’Unione, consistente nella realizzazione di una crescita economica con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale.
(4) Il Consiglio europeo di Lisbona ha invitato gli Stati membri e la Commissione ad avviare iniziative per imprimere «una svolta decisiva alla lotta contro la povertà» entro il 2010. Il Consiglio europeo di Lisbona ha quindi deciso di adottare un metodo aperto di coordinamento (OMC) in questo settore.
(5) Sin dall’inizio, l’OMC per la protezione sociale e l’inclusione sociale ha costituito uno strumento importante per sostenere tale impegno politico e rafforzare la capacità dell’Unione europea di coadiuvare gli Stati membri nei loro sforzi per rafforzare la coesione sociale in Europa.
(6) L’OMC contribuisce ad approfondire l’apprendimento reciproco e ha rafforzato la consapevolezza del carattere multidimensionale dell’esclusione e della povertà. L’OMC crea quindi le condizioni necessarie a produrre un impatto più profondo sul terreno e a rendere l’interesse che l’Unione europea ripone nei valori sociali più visibile ai suoi cittadini.
(7) Malgrado i risultati ottenuti, una parte significativa della popolazione vive ancora nelle privazioni, ha un accesso limitato e diseguale ai servizi o è esclusa dalla società. La relazione congiunta per il 2008 sulla protezione sociale e sull’inclusione sociale sottolinea il fatto che nell’Unione europea 78 milioni di persone, di cui 19 milioni di bambini, sono esposti al rischio di povertà. Il divario di genere è di circa due punti percentuali.
(8) Inoltre, la ripartizione ineguale della ricchezza e la grave povertà sono motivo di crescente preoccupazione in seno all’Unione.
(9) Nell’interesse della coesione sociale ed economica, occorre fornire sostegno alle regioni meno favorite, alle zone che soffrono di svantaggi strutturali permanenti, alle regioni ultraperiferiche, a determinate isole e Stati membri insulari e alle aree interessate dalla recente deindustrializzazione o riconversione industriale.
(10) L’esclusione sociale compromette il benessere dei cittadini limitando la loro capacità di esprimersi e di partecipare alla società. L’anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale (di seguito «l’anno europeo») dovrebbe pertanto conferire la necessaria visibilità a tale aspetto.
(11) Nella risoluzione del 15 novembre 2007 sull’inventario della realtà sociale, il Parlamento europeo ha sottolineato che il rafforzamento della coesione sociale e l’eradicazione della povertà e dell’esclusione sociale devono diventare una priorità politica per l’Unione europea.
(12) La lotta alla povertà e all’esclusione sociale deve essere perseguita sia sul piano interno, in seno all’Unione europea, sia su quello esterno, in linea con gli obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite sottoscritti dall’Unione europea e dagli Stati membri.
(13) Il problema della povertà e dell’esclusione sociale assume forme estese, complesse e multidimensionali. Esse sono correlate ad un ampio numero di fattori, ad esempio al reddito e alle condizioni di vita, alla necessità di possibilità di istruzione e di lavoro dignitoso, all’efficacia dei sistemi di protezione sociale, all’alloggio, all’accesso a servizi sanitari di qualità, e alla cittadinanza attiva. È auspicabile pertanto che i soggetti interessati siano coinvolti in tutte le aree di intervento.
(14) Di conseguenza, la prevenzione e la lotta contro la povertà necessitano di politiche multidimensionali a livello nazionale, regionale e locale, che assicurino un equilibrio tra politiche economiche e sociali e strategie mirate per categorie o persone in situazioni di particolare vulnerabilità. L’anno europeo può contribuire a dare impulso a tali politiche pluridimensionali e all’ulteriore sviluppo di pertinenti indicatori.
(15) L’agenda sociale 2005-2010, che integra e sostiene la strategia di Lisbona, svolge un ruolo fondamentale nella promozione della dimensione sociale della crescita economica e della partecipazione attiva dei cittadini alla società e al mercato del lavoro. Una delle priorità dell’agenda sociale è la promozione delle pari opportunità per tutti come strumento verso la solidarietà sociale e intergenerazionale e la creazione di una società senza povertà e più inclusiva.
(16) Nei rispettivi piani d’azione nazionali per l’inclusione sociale, vari Stati membri sottolineano il rischio elevato di povertà e/o di esclusione al quale sono esposti gruppi particolari, tra cui bambini, giovani che abbandonano prematuramente gli studi, famiglie monoparentali, famiglie numerose, famiglie monoreddito, giovani, in particolare giovani donne, persone anziane, migranti e minoranze etniche, disabili e persone che se ne occupano, senzatetto, disoccupati, in particolare i disoccupati di lunga durata, detenuti, donne e bambini vittime di violenza nonché tossicomani. Le politiche nazionali e le misure di sostegno destinate ai gruppi più vulnerabili potrebbero svolgere un ruolo importante nella lotta contro la povertà e l’esclusione sociale.
(17) L’occupazione dignitosa può ridurre significativamente il rischio di povertà di un individuo. Tuttavia l’occupazione di per sé non sempre rappresenta una condizione sufficiente per uscire dalla povertà, e il tasso di rischio di povertà resta del resto relativamente elevato anche per le persone che hanno un lavoro. La povertà per le persone che lavorano dipende dall’esiguità delle retribuzioni, dal divario retributivo tra uomini e donne, dalle scarse competenze, dalle limitate possibilità di formazione professionale, dalla necessità di conciliare lavoro e vita familiare, da condizioni di impiego e di lavoro precarie, come pure da condizioni familiari difficili. La qualità dell’occupazione e il sostegno sociale ed economico sono quindi essenziali per affrancarsi dalla povertà.
(18) Anche la mancanza di competenze e di qualifiche di base adatte alle sempre nuove esigenze del mercato del lavoro costituisce un ostacolo importante all’integrazione nella società. Esiste un rischio crescente di nuove spaccature nella società tra coloro che hanno accesso all’apprendimento permanente per migliorare la loro capacità di inserimento professionale e di adeguamento e per facilitare il loro sviluppo personale e la loro cittadinanza attiva, e coloro che rimangono esclusi e subiscono varie forme di discriminazione. Le persone che non posseggono le competenze adeguate incontrano maggiori difficoltà ad accedere al mercato del lavoro e a trovare un’occupazione di qualità, sono maggiormente soggette a lunghi periodi senza lavoro o, qualora ne trovino uno, ad occupare posti di lavoro a bassa retribuzione.
(19) La disponibilità e la capacità di utilizzare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) sta diventando sempre di più una condizione essenziale per l’integrazione. Una dichiarazione ministeriale approvata a Riga l’11 giugno 2006 auspica una società dell’informazione per tutti.
(20) Un’ampia adesione della popolazione e un ampio sostegno politico sono fondamentali per il successo dell’azione comunitaria di lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Anche l’applicazione efficace della legislazione europea in materia di pari opportunità e di non discriminazione supporta le finalità dell’anno europeo. L’anno europeo dovrebbe pertanto agire come catalizzatore per sensibilizzare i cittadini, dare più slancio e forza all’azione e favorire lo scambio delle migliori prassi tra gli Stati membri, le autorità locali e regionali e le organizzazioni internazionali coinvolte nella lotta contro la povertà. Esso dovrebbe contribuire ad attirare l’attenzione politica e a mobilitare tutti gli interessati al fine di far avanzare e rafforzare l’OMC sulla protezione sociale e sull’inclusione sociale nonché al fine di promuovere ulteriori azioni e iniziative a livello comunitario e nazionale in tale settore, in cooperazione con le persone colpite dalla povertà e i loro rappresentanti.
(21) L’anno europeo dovrebbe dare impulso a politiche di inclusione attive in quanto strumenti atti a prevenire la povertà e l’esclusione sociale e dovrebbe contribuire a promuovere
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