Dexia Nederland BV v XXX and Z.

JurisdictionEuropean Union
ECLIECLI:EU:C:2021:68
Date27 January 2021
Docket NumberC-289/19,C-229/19
Celex Number62019CJ0229
CourtCourt of Justice (European Union)

Edizione provvisoria

SENTENZA DELLA CORTE (Prima Sezione)

27 gennaio 2021 (*)

«Rinvio pregiudiziale – Tutela dei consumatori – Direttiva 93/13/CEE – Clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori – Articolo 3, paragrafo 1, articolo 4, paragrafo 1, e articolo 6, paragrafo 1 – Valutazione del carattere abusivo delle clausole contrattuali – Clausola che stabilisce preliminarmente il vantaggio potenziale del creditore in caso di risoluzione del contratto – Squilibrio significativo tra i diritti e gli obblighi delle parti derivanti dal contratto – Data in cui lo squilibrio deve essere valutato – Constatazione del carattere abusivo di una clausola – Conseguenze – Sostituzione di una clausola abusiva con una disposizione di diritto interno di natura suppletiva»

Nelle cause riunite C‑229/19 e C‑289/19,

aventi ad oggetto due domande di pronuncia pregiudiziale proposte alla Corte, ai sensi dell’articolo 267 TFUE, dal Gerechtshof te Amsterdam (Corte d’appello di Amsterdam, Paesi Bassi) (C‑229/19) e dal Gerechtshof Den Haag (Corte d’appello dell’Aia, Paesi Bassi) (C‑289/19), con decisioni del 5 marzo 2019 e del 2 aprile 2019, pervenute in cancelleria rispettivamente il 14 marzo 2019 e il 9 aprile 2019, nei procedimenti

Dexia Nederland BV

contro

XXX (C‑229/19),

Z (C‑289/19),

LA CORTE (Prima Sezione),

composta da J.-C. Bonichot, presidente di sezione, L. Bay Larsen, C. Toader, M. Safjan e N. Jääskinen (relatore), giudici,

avvocato generale: G. Pitruzzella

cancelliere: M. Ferreira, amministratrice principale

vista la fase scritta del procedimento e in seguito all’udienza del 3 settembre 2020,

considerate le osservazioni presentate:

– per la Dexia Nederland BV, da J. de Bie Leuveling Tjeenk, J.M.K.P. Cornegoor e P.W. Post, advocaten;

– per XXX, da J.B. Maliepaard, advocaat;

– per Z, da J.B. Maliepaard, advocaat;

– per la Commissione europea, inizialmente da N. Ruiz García, P. Vanden Heede e M. van Beek, successivamente da N. Ruiz García e P. Vanden Heede, in qualità di agenti,

vista la decisione, adottata dopo aver sentito l’avvocato generale, di giudicare la causa senza conclusioni,

ha pronunciato la seguente

Sentenza

1 Le domande di pronuncia pregiudiziale vertono sull’interpretazione della direttiva 93/13/CEE del Consiglio, del 5 aprile 1993, concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori (GU 1993, L 95, pag. 29).

2 Tali domande sono state proposte nell’ambito di due controversie tra la Dexia Nederland BV (in prosieguo: la «Dexia») e alcuni consumatori, in merito al rifiuto di pagare i conteggi finali redatti da tale società, in seguito alla risoluzione dei contratti di leasing di azioni conclusi tra tali consumatori e una società alla quale la Dexia è succeduta.

Contesto normativo

Diritto dellUnione

3 Il tredicesimo considerando della direttiva 93/13 è così formulato:

«considerando che si parte dal presupposto che le disposizioni legislative o regolamentari degli Stati membri che disciplinano, direttamente o indirettamente, le clausole di contratti con consumatori non contengono clausole abusive; che pertanto non si reputa necessario sottoporre alle disposizioni della presente direttiva le clausole che riproducono disposizioni legislative o regolamentari imperative nonché principi o disposizioni di convenzioni internazionali di cui gli Stati membri o [l’Unione europea] sono parte; che a questo riguardo l’espressione “disposizioni legislative o regolamentari imperative” che figura all’articolo 1, paragrafo 2 comprende anche le regole che per legge si applicano tra le parti contraenti allorché non è stato convenuto nessun altro accordo».

4 L’articolo 1 di tale direttiva dispone quanto segue:

«1. La presente direttiva è volta a ravvicinare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti le clausole abusive nei contratti stipulati tra un professionista e un consumatore.

2. Le clausole contrattuali che riproducono disposizioni legislative o regolamentari imperative e disposizioni o principi di convenzioni internazionali, in particolare nel settore dei trasporti, delle quali gli Stati membri o [l’Unione] sono parte, non sono soggette alle disposizioni della presente direttiva».

5 L’articolo 3, paragrafi 1 e 3, della direttiva in parola così prevede:

«1. Una clausola contrattuale che non è stata oggetto di negoziato individuale si considera abusiva se, in contrasto con il requisito della buona fede, determina, a danno del consumatore, un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi delle parti derivanti dal contratto.

(...)

3. L’allegato contiene un elenco indicativo e non esauriente di clausole che possono essere dichiarate abusive».

6 Tra le clausole elencate in tale allegato rientrano in particolare, al punto 1, lettera e), del medesimo, quelle che hanno per oggetto o per effetto di «imporre al consumatore che non adempie ai propri obblighi un indennizzo per un importo sproporzionatamente elevato».

7 L’articolo 4, paragrafo 1, della medesima direttiva precisa quanto segue:

«Fatto salvo l’articolo 7, il carattere abusivo di una clausola contrattuale è valutato tenendo conto della natura dei beni o servizi oggetto del contratto e facendo riferimento, al momento della conclusione del contratto, a tutte le circostanze che accompagnano detta conclusione e a tutte le altre clausole del contratto o di un altro contratto da cui esso dipende».

8 Ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 1, della direttiva 93/13:

«Gli Stati membri prevedono che le clausole abusive contenute in un contratto stipulato fra un consumatore ed un professionista non vincolano il consumatore, alle condizioni stabilite dalle loro legislazioni nazionali, e che il contratto resti vincolante per le parti secondo i medesimi termini, sempre che esso possa sussistere senza le clausole abusive».

9 L’articolo 7, paragrafo 1, di tale direttiva così dispone:

«Gli Stati membri, nell’interesse dei consumatori e dei concorrenti professionali, provvedono a fornire mezzi adeguati ed efficaci per far cessare l’inserzione di clausole abusive nei contratti stipulati tra un professionista e dei consumatori».

Diritto dei Paesi Bassi

10 L’articolo 6:271 del Burgerlijk Wetboek (codice civile), nella versione applicabile ai fatti del procedimento principale (in prosieguo: il «BW»), dispone quanto segue:

«La risoluzione di un contratto libera le parti dagli impegni assunti in forza di quest’ultimo. Qualora tali impegni siano già stati soddisfatti, il fondamento giuridico per il rispetto di tali impegni è mantenuto, ma per le parti sorge un impegno a restituire o a compensare le prestazioni già ricevute».

11 L’articolo 6:277 del BW è così formulato:

«1. In caso di risoluzione totale o parziale di un contratto, la parte la cui inadempienza ha costituito un motivo per la risoluzione è tenuta a rimborsare alla controparte il danno da questa subito in quanto il contratto non è stato oggetto di adempimento reciproco bensì di risoluzione.

(…)».

12 L’articolo 7A:1576e del BW recita come segue:

«1. All’acquirente spetta sempre la facoltà di versare anticipatamente una o più rate successive del prezzo di acquisto.

2. In caso di pagamento anticipato unico della totalità del saldo residuo dovuto, esso ha diritto a una deduzione calcolata a un tasso del 5% annuo su ciascuna rata di rimborso così pagata anticipatamente.

3. Le parti possono derogare alle disposizioni del presente articolo a favore dell’acquirente».

Procedimenti principali e questioni pregiudiziali

13 I procedimenti principali traggono origine dal rifiuto di XXX e di Z di pagare i saldi figuranti nei conteggi finali redatti dalla Dexia a seguito della risoluzione dei contratti di leasing di azioni, che erano stati conclusi tra essi e il dante causa della Dexia, a motivo dei ritardi nel pagamento delle mensilità dovute a quest’ultima.

14 Nell’ambito di questo tipo di contratti, il conduttore, che solitamente è un consumatore, prende in prestito da una banca, per un determinato periodo, una somma di denaro, designata come il «capitale», con cui tale banca acquista azioni per conto e a beneficio del conduttore. Detta banca resta proprietaria di tali azioni fino al rimborso integrale della somma così prestata, ma gli eventuali dividendi sono versati al conduttore. Per tutta la durata del contratto di leasing, il conduttore paga una mensilità, corrispondente agli interessi sul capitale e, in taluni casi, al rimborso di quest’ultimo. Al termine del contratto, le azioni sono cedute e il conduttore percepisce il ricavo derivante dalla cessione di tali azioni, previa deduzione del saldo del capitale e delle mensilità eventualmente ancora dovute alla banca.

15 Dal fascicolo di cui dispone la Corte risulta che la Dexia ha risolto anticipatamente i contratti di leasing a causa di ritardi nel pagamento, conformemente alle condizioni particolari dei contratti di cui al procedimento principale. All’atto della risoluzione di tali contratti, la Dexia ha redatto i conteggi finali, in applicazione degli articoli 6 e 15 di tali condizioni particolari. Questi ultimi sono formulati come segue:

«6. Qualora (a), dopo una messa in mora scritta, il conduttore rimanga inadempiente nel pagamento di una o più rate mensili o nell’adempimento di qualsiasi altro obbligo derivante dal contratto o da qualunque altro contratto di leasing analogo al presente contratto, o (b) qualora il conduttore presenti domanda di amministrazione controllata o sia dichiarato fallito, la Banca ha la facoltà di terminare senza indugio il contratto e tutti gli altri contratti di leasing analoghi e di esigere il pagamento integrale del saldo residuo del canone di leasing (o dei canoni di leasing) dovuto in forza di tutti i contratti di leasing in essere analoghi al contratto di leasing di cui trattasi e di vendere i titoli in borsa o con modalità diverse in un momento stabilito dalla Banca. La Banca detrarrà il ricavato di detta vendita da quanto ancora dovuto dal...

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