Lo sport ed il diritto dell?Unione europea dopo il Trattato di Lisbona

AuthorSergio M. Carbone
Pages597-607

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Lo sport ed il diritto dell’Unione europea dopo il Trattato di Lisbona

Sommario: 1. Lo sport e il Trattato di Lisbona: conferma della sua “specificità” e della sua “funzione sociale ed educativa”. – 2. L’influenza del diritto dell’Unione europea sulla disciplina nazionale delle attività sportive. – 3. Segue: l’illegittimità delle indennità di trasferimento degli sportivi … – 4. Segue: … e delle limitazioni all’esercizio dell’attività sportiva in funzione della nazionalità. – 5. Il diritto di accesso alle manifestazioni sportive come espressione della libertà di circolazione dei cittadini dell’UE. – 6. Segue: … ulteriori profili di incidenza del diritto dell’UE sull’organizzazione e regolamentazione del fenomeno sportivo. – 7. Conclusioni: per una maggiore effettività dei principi dell’UE nella disciplina dello sport.

Come è noto, il Trattato di Lisbona, ed in particolare le novità introdotte nell’art. 165, par. 1 TFUE (già art. 149 TCE), confermano il carattere di “specificità” della disciplina relativa al fenomeno sportivo ed alle sue strutture organizzative, oltreché la loro rilevanza nel perseguimento della “funzione sociale ed educativa”. È in quest’ultima prospettiva, infatti, che principi relativi alla “gio* Il presente lavoro riproduce e completa i contenuti della relazione presentata a Monaco alla Conferenza internazionale su “Diritto ed Economia dello Sport”, il giorno 12 ottobre 2010. La particolare circostanza della redazione del presente lavoro giustifica la mancanza di specifici riferimenti bibliografici. Si ritiene comunque di menzionare i principali contributi utilizzati per l’elaborazione del presente lavoro: A. Adinolfi, La libertà di circolazione delle persone, in G. Strozzi (a cura di), Diritto dell’Unione europeaParte speciale, Torino, 2010, III ed., p. 64 ss.; G. Auneau, L’apprôche de la justice communautaire sur la qualifications des règles sportives, in RTDE, 2007, p. 365 ss.; S. Bastianon, La funzione sociale dello sport e il dialogo interculturale nel sistema comunitario, in RIDPC, 2009, p. 351; Id., La libera circolazione degli atleti nella giurisprudenza comunitaria postBosman: i casi Deliège e Lehtonen, in Riv. dir. sport., 2001, p. 459 ss.; S. M. Carbone, Il contributo della Lex Mercatoria alla precisazione della Lex Sportiva, in E. Greppi, M. Vellano (a cura di), Diritto internazionale dello sport, Torino, 2010, II ed., p. 241 ss.; J. L. Chappelet, L’autonomie du sport en Europe, Strasbourg, 2010; M. Condinanzi, A. Lang, B. Nascimbene, Cittadinanza dell’Unione e libera circolazione delle persone, Milano, 2006, II ed.; A. Giardini, Diritto comunitario e libera circolazione dei calciatori, in DCSI, 1988, p. 437 ss.; C. E. Gudin, L. Grard, J. J. Gouguet et al., L’Europe et le sport, in Revue des affaires européennes (Numéro thématique), 2001-2002; P. Icard, La spécificité du sport menacée?, in Le Dalloz, 2007, p. 635 ss.; C. Miège, Contrôle d’une réglementation antidopage aux regard des règles communautaires de concurrence, in La semaine juridique, 2006, p. 2224; C. Morviducci, La libera circolazione dei cittadini nell’Unione europea, Torino, 2009; B. Nascimbene, S. Bastia-

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ventù ed allo sport” sono inseriti nel titolo XII TFUE, originariamente dedicato in modo generico soltanto ad “istruzione, formazione e gioventù”. Si conferma, così, l’importanza del carattere speciale della disciplina sportiva, ma anche la sua specifica funzione socialeeducativa. Si precisa pertanto che, nel rispetto di tale funzione assegnata allo sport e delle sue caratteristiche di specialità, non si potrà fare a meno di tenere in considerazione l’applicazione dei principi relativi al funzionamento dell’Unione europea. Si conferma e si qualifica in tal senso la portata degli esiti cui è giunto il tormentato percorso giurisprudenziale che è iniziato con i casi Walrave (causa C-36/72) e Donà (causa C-13/76) ed è di recente pervenuto alle indicazioni formulate nel caso Olimpique Lyonnais (causa C-325/08).

In realtà, tali “specificità” e “funzione sociale ed educativa” dello sport erano state fortemente difese ed argomentate già in occasione dei lavori per l’elaborazione del Trattato relativo alla Costituzione per l’Europa che, come è noto, non è mai entrato in vigore, ma la cui formulazione ha largamente influenzato i contenuti normativi del Trattato di Lisbona. Nessuno stupore, quindi, se anche in quest’ultima sede le modifiche introdotte nell’ambito dell’art. 165 TFUE all’(ormai ex) art. 149 TCE siano state indirizzate a “sviluppare la dimensione europea dello sport (…) e la cooperazione tra organismi responsabili dello sport” oltreché a proteggere “l’integrità fisica e morale degli sportivi, in particolare dei più giovani tra di essi”.

Peraltro, in tal modo, si conferma anche la riconducibilità della disciplina relativa allo sport all’interno della normativa e dei principi del diritto dell’Unione europea, con specifica attenzione ad eventuali deroghe in presenza delle particolari esigenze proprie del settore sportivo. Pertanto, da un lato, si indica che le istituzioni europee comprendono nell’ambito delle loro funzioni promozionali e di formazione professionale anche l’attività sportiva, collaborando con le associazioni e gli organismi preposti al suo svolgimento, di cui viene legittimata la presenza ed il modello organizzativo. Dall’altro, si stabilisce definitivamente l’impossibilità di far valere la specificità della disciplina relativa allo sport al fine di escludere di per sé, a questo riguardo, l’operatività dei principi dell’Unione europea in virtù di una generica “eccezione sportiva” che, invece, per poter operare, dovrà essere adeguatamente giustificata ed operare entro precisi limiti.

non, Lo sport e il diritto dell’Unione europea, in E. Greppi, M. Vellano (a cura di), op. cit.; D. O’Keeffe, P. Osborne, L’affaire Bosman: un arrêt important pour le bon fonctionnement du Marché unique européen, in RMUE, 1996, p. 17 ss.; M. Pautot, Le sport et l’Europe: les effets de la construction européenne sur les pratiques sportives, Voiron, 2009; J. F. Pons, Sport and European competition policy, in Annual proceedings of the Fordham Corporate Law Institute, 1999, p. 75 ss.; A. Santa Maria, Lo sport professionistico e la concorrenza, in Giur. comm., 2004, p. 945 ss.; R. C. R. Siekmann, The European Union and Sport: Legal and Policy Documents, The Hague, 2005; M. Thill, La reconnaissance de la spécificité du sport en droit communautaire, in Europe, 2000, p. 4. ss.; A. Tizzano, M. De Vita, Qualche osservazione sul caso Bosman, in RDS, 1996, p. 417 ss.; J. Zylberstein, The Specificity of Sport: A Concept under Threat, in R. Blanpain (ed.), The Future of Sports Law in the European Union: Beyond the EU Reform Treaty and the White Paper, The Hague, 2008, p. 95 ss.; Id., Collision entre idéaux sportifs et contingences économiques dans l’arrêt MecaMedina, in CDE, 2007, p. 213 ss.

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Si tratta, quindi, di verificare in quale modo, ed entro quali limiti, possano essere condotte le azioni dell’Unione europea in questo settore e la rilevanza al riguardo delle regole poste dagli organi delle associazioni e organizzazioni sportive, verificando con particolare attenzione la compatibilità di quelle relative al loro funzionamento con i principi dell’UE.

Anzitutto, il Trattato di Lisbona offre una chiara indicazione dell’importanza dell’inserimento dello sport nei programmi di apprendimento permanente e del ruolo essenziale svolto dal volontariato. In...

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