Due inizi promettenti ma timidi

AuthorGiulia Maria Gallotta
Pages11-33
11
CAPITOLO PRIMO
Due inizi promettenti ma timidi
Nel saggio del 1973, intitolato “Le incertezze dell’inter-
dipendenza”, F. Duchêne analizza le possibili linee di svi-
luppo dell’azione esterna della CEE all’interno di uno sce-
nario internazionale caratterizzato dall’avvio di una fase di
distensione nel sistema del confronto bipolare fra Stati Uniti
ed Unione Sovietica e dai primi segni della crisi dell’ege-
monia dei primi1. Egli sviluppa la sua analisi postulando l’esi-
stenza di un legame forte fra lo sviluppo di un’azione esterna
della Comunità ed i presupposti/conseguenze di questa rispet-
to al processo di integrazione stesso.
In questo senso, rispetto alla prospettiva dell’evolu-
zione della Comunità in potenza nucleare che presuppor-
rebbe la sua trasformazione in uno Stato europeo nel quale
sia ben individuato il titolare del potere di “premere il bot-
tone” ed alla prospettiva di una Comunità neutrale fra le
due superpotenze nella quale il processo di integrazione
non riuscirebbe a fare passi in avanti, per Duchêne la prospet-
tiva di una Comunità che abbia l’interesse a «civilizzare rap-
porti fra gli Stati ivi inclusi i rapporti fra i suoi stessi membri e
i rapporti con Stati esterni» attraverso il ricorso a «obiettivi e
mezzi civili, e un interno senso di azione collettiva»2 rap-
1 Il primo segnale della crisi dell’egemonia statunitense è rappresentato
dalla decisione dell’amministrazione Nixon del luglio 1971 di sospendere
la convertibilità del dollaro in oro sulla quale si fondava il sistema interna-
zionale di cambi fissi, instaurato a Bretton Woods nel 1944. In questo mo-
do, infatti, gli Stati Uniti rinunciavano a garantire un bene pubblico interna-
zionale, la stabilità del regime di cambio. Sul punto, cfr. R. Gilpin, The rise of
American hegemony in P.K. O’Brien, A. Clesse (eds.), Two hegemonies:
Britain 1846-1914 and the United States 1941-2001, Ashgate, Aldershot 2002.
2 Cfr. F. Duchêne, Le incertezze dell’interdipendenza in M.
Kohnstamm, W. Hager (a cura di), Europa potenza? Alla ricerca di una
politica estera per la Comunità, Il Mulino, Bologna 1973, pag. 31 (ed.
or. 1973)
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presenta quella che consente, da un lato, di valorizzare le
peculiarità della CEE e cioè la sua forza economica ed il ca-
rattere antimilitarista dei suoi cittadini ma anche di coniu-
gare il suo essere un processo in fieri di cooperazione poli-
tica fra Stati con la necessità di ritagliarsi un ruolo nello
scacchiere internazionale.
Trent’anni dopo, nel radicalmente mutato contesto della
fine del bipolarismo e dell’affermarsi del terrorismo di matrice
fondamentalista come nuovo soggetto delle relazioni interna-
zionali, capace di minacciare la sicurezza della superpotenza
americana, Telò recupera la prospettiva analitica di Duchêne
all’interno della più articolata idea del ruolo internazionale
dell’Unione come di una potenza civile. Questo concetto tiene
insieme la capacità dell’Unione di agire come una potenza,
ossia di condizionare altri attori internazionali spingendoli
ad adottare comportamenti che non avrebbero adottato in
modo autonomo, con i mezzi non militari ma commerciali
attraverso i quali si esplica la sua azione ed il ruolo di civi-
lizzazione delle relazioni internazionali che questa assolve.
Più precisamente, l’Unione svolge un duplice ruolo: al
proprio interno attraverso il raggiungimento e la garanzia della
pace sul continente europeo grazie allo sviluppo di un processo
approfondito di cooperazione economica fra i suoi membri e al
raggiungimento di livelli importanti di benessere per i suoi cit-
tadini grazie alla realizzazione di sistemi avanzati di welfare
states nazionali che connotano la sua struttura economica co-
me economia sociale di mercato. All’esterno, attraverso clau-
sole di condizionalità democratica, imposte nei trattati com-
merciali che l’Unione conclude con altri Stati, ed il sostegno al-
la diffusione del regionalismo e del multilateralismo nel mondo
come forme di riduzione dell’anarchia internazionale.
L’idea dell’Europa come potenza civile si caratterizza,
dunque, per il suo tenere analiticamente insieme le dimen-
sioni esterna ed interna del processo di integrazione euro-
pea, lo sviluppo di un ruolo internazionale dell’Unione at-
traverso mezzi civili e la sua natura di attore non statale for-
temente integrato.

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