Effetti economici della spesa pubblica di sostegno ai prezzi dei prodotti agricoli nei Paesi comunitari e nei Paesi del bacino del Mediterraneo con particolare riferimento alla Siria

AuthorAntonio Troisi
PositionOrdinario di Scienza delle finanze nell'Università degli studi di Foggia
Pages55-73

Il dott. Roberto Dell'Anno, ricercatore di Scienza delle finanze nell'Università degli studi di Foggia, ha calcolato gli effetti economici degli aiuti FEOGA con la metodologia del "Panel data analysis".

Page 55

1. Scopo della presente nota è la valutazione dei presumibili effetti economici della nuova struttura della PAC sullo specifico comparto dell'olio d'oliva: a tal fine è necessario tener conto della discussione in atto sul riordino delle leggi d'incentivazione del settore industriale. Trattasi di un riferimento obbligato perché l'ampia riflessione sull'esperienza realizzata sino ai nostri giorni ha posto, per gli studiosi di Economia pubblica e di Economia industriale, l'interrogativo sulla reale efficacia dello strumento degli incentivi.

2. Le più recenti ed autorevoli analisi sugli effetti della legge n. 488 del 1992 si contraddistinguono per non dare una risposta positiva all'interrogativo relativo al reale impatto di detta legge.

In particolare per valutare se la legge n. 488 del 1992 abbia reso possibili solo investimenti addizionali ovvero investimenti che, in assenza dell'incentivo, non sarebbero stati realizzati bisogna tener conto di diversi aspetti. Page 56

Un primo elemento è la selezione: le imprese fruitrici dell'incentivo potrebbero essere "migliori" delle altre imprese, cioè pronte a intraprendere progetti di investimento profittevoli anche in assenza dell'aiuto pubblico: in questo caso gli incentivi non generano investimenti addizionali, perché sarebbero stati comunque realizzati.

In secondo luogo ci potrebbe essere un effetto di spiazzamento: le imprese vincitrici potrebbero effettuare investimenti che sarebbero stati effettuati comunque dalle imprese non finanziate: pertanto, anche in questo caso, non vi è addizionalità.

Infine è possibile che l'esistenza di programmi d'incentivazione produca distorsioni nelle scelte delle imprese che potrebbero anticipare progetti d'investimenti che, senza gli incentivi, sarebbero stati effettuati in periodi successivi.

Secondo alcuni ricercatori (R. Bronzini, G. De Blasio, 2006), la valutazione del grado di addizionalità degli investimenti effettuati dalle imprese vinci- trici dei sussidi, ha evidenziato che l'effetto netto dell'incentivo sul volume complessivo dell'investimento delle imprese finanziate è piuttosto contenuto.

Altro interrogativo è in che misura l'evidenza relativa agli effetti della legge n. 488 del 1992 sia generalizzabile alle altre forme d'incentivi.

La risposta a questa domanda è in un lavoro (Banca d'Italia, 2006) che riporta il risultato dell'interrogazione di un campione di tremila imprese industriali: di esse quasi un quarto aveva beneficiato nel 2005 di fondi pubblici (come agevolazioni, incentivi, ed altre forme di sostegno diretto ed indiretto).

In assenza di tali aiuti il 67,6% delle imprese agevolate avrebbe effettuato lo stesso ammontare d'investimenti negli stessi progetti, il 6% avrebbe destinato lo stesso ammontare d'investimenti a progetti in parte differenti, il restante 26%, in assenza di aiuti avrebbe fatto lo stesso investimento ma di minori dimensioni.

In conclusione il beneficio di stimolo degli investimenti pur maggiore per le imprese meridionali, è risultato modesto in rapporto alle risorse impiegate: per le imprese del Sud gli investimenti addizionali non raggiungono il 30% dei fondi distribuiti mentre rappresentano circa il 10% dei fondi per quelle del Centro Nord.

Infine, una terza analisi (C. Altobelli, A. Bianchi, F. Carapellotti, R. Gallo, P. Guglielmetti, 2006), ha dimostrato con un'ampia indagine empi- rica che la legge n. 488 del 1992 è stata sostanzialmente neutrale rispetto all'evoluzione della struttura produttiva del Mezzogiorno e che pertanto è completamente fallito l'obiettivo di specializzare gli interventi in chiave territoriale e settoriale.

3. Queste riflessioni, a mio avviso, rappresentano un punto di riferimento nel tentativo che intendo compiere di analizzare gli effetti economici della spesa di trasferimento a sostegno dei prezzi dei prodotti agricoli, in particolare dell'olio di oliva.

Per una compiuta valutazione è, tuttavia, necessario inquadrare detto sistema incentivante nel complessivo sostegno pubblico al settore agricolo. Page 57

Nel 2004 il sostegno al settore agricolo è ammontato a 16.405 meuro pari al 35% della produzione agricola ai prezzi di base ed al 53,7% del V.A.

Fra il 2000 ed il 2004 il sostegno, a prezzi costanti 2000, è ammontato in media a 10.152 meuro, con un'incidenza del 35,6% sulla produzione e del 53,7% sul V.A. e con oscillazioni relativamente limitate.

Nel 2004 i trasferimenti hanno costituito il 68,1% del totale e le agevolazioni (che sono solo nazionali) il 31,9%; oltre il 40% del totale viene dall'UE (PAC e fondi strutturali), che copre il 50,5% dei trasferimenti contro il 49,5% dello Stato e delle Regioni.

Poiché alcune spese nazionali discendono obbligatoriamente dalla PAC (spese connesse) o sono dovute per ottenere il cofinanziamento comunitario (fondi strutturali) l'influenza dell'UE è, di fatto, più elevata, sfiorando nel 2004 il 60% dei trasferimenti (6.588 meuro contro 4.580 imputabili alle politiche nazionali). I contributi UE si mantengono nel breve periodo relativamente costanti, ma con dinamiche interne differenziate: dal 2002 si registra infatti una diminuzione della spesa AGEA, bilanciata dall'incremento della spesa dei neocostituiti organismi regionali pagatori (Orp); analoga tendenza mostrano le Regioni che stanno affidando agli Orp molte spese prima effettuate direttamente (R. Finuola, 2005).

La trasformazione in senso federale della Repubblica italiana ha ridotto la componente statale dei trasferimenti (8,9% di cui 6,8% imputabile al Mipaf) a favore delle Regioni che coprono quasi un terzo del sostegno (31,7%). Tra le agevolazioni, quelle contributive coprono più della metà del totale (52,3%), mentre fra quelle tributarie spicca l'agevolazione sull'imposta di fabbricazione degli olii minerali (sgravi su carburanti) che pesa per il 19,8%, seguita dagli sgravi fiscali sull'IRPEF (12,1%).

La rilevanza della PAC è confermata dall'analisi dei trasferimenti per origine dei fondi: nel 2003 il 53,6% delle erogazioni proviene dal bilancio UE ed il 46,4% da quelli nazionali: questi ultimi provengono per più della metà dalle Regioni ed il resto da interventi nazionali.

Il peso dell'UE sale ancora di più se si suddivide la spesa per centri di decisione: poiché alcune spese nazionali discendono obbligatoriamente dalla PAC (spese connesse) o sono dovute per ottenere il cofinanziamento comunitario (fondi strutturali), l'influenza dell'UE è, di fatto, più elevata, sfiorando nel 2004 il 60% dei trasferimenti (6.588 meuro contro 4.580 imputabili alle politiche nazionali).

L'incidenza dei trasferimenti e delle agevolazioni è diversa nelle varie aree del Paese. La relativa minor tutela della PAC alle produzioni meridionali è confermata dal piu basso peso delle erogazioni AGEA nel Sud rispetto al Centro Nord; per quanto riguarda le agevolazioni nelle aree settentrionali prevalgono quelle legate all'uso dei fattori produttivi (carburanti) e al fatturato (IVA ed imposte sul reddito) mentre al Sud prevalgono le agevolazioni tributarie e contributive legate piu allo status di operatori agricoli che al volume delle produzioni (R. Finuola, 2005). Page 58

4. Poiché ci troviamo di fronte ad un intervento finanziario pubblico forte- mente condizionato dai finanziamenti di fonte comunitaria e povero di risorse, mi limiterò a fare qualche considerazione sugli effetti economici della spesa di trasferimento a sostegno dell'olio di oliva con riferimento ai contributi FEOGA al fine di verificarne gli effetti sul nanismo aziendale, principale imputato del sistema olivicolo italiano e sulla produttività di detto comparto (cfr. Tab. 1).

A tal fine analizzerò attraverso la metodologia del "Panel data analysis" come, e se, gli aiuti FEOGA erogati nel periodo tra il 2000 ed il 2004 siano stati efficaci nel determinare il risultato di un aumento della dimensione media azien- dale (DIM-AZ).

I risultati cui faccio riferimento ovviamente non forniscono informazioni di tipo causale ma, semplicemente, un'indicazione della correlazione tra variabili incluse nel modello.

Da detta analisi risulta (Tab. 2) che gli aiuti FEOGA erogati in proporzione alla produzione (Accoppiamento) hanno svolto un effetto positivo che, seppur modesto in valore assoluto, è statisticamente significativo nel determinare l'aumento della dimensione media aziendale delle aziende agricole olivicole.

Altro elemento che risulta correlato (negativamente) con la dimensione aziendale è la variabile "Resa per ettaro" (Tab. 3). Questa variabile misura per ciascun anno (2001-2004) e per ciascuna Regione la "Resa in quintali di olive per ettaro di SAU". Essa è considerata anche come indicatore del progresso tecnologico del processo di raccolta e coltivazione delle olive.

Interessante è notare che la pressione competitiva sia UE (IM-EXUE) che extra UE (IM-EX-NOUE) sul mercato agricolo nel suo complesso nonché le variazioni dal lato della domanda di consumo delle famiglie di olio d'oliva (SP-OLIO) non hanno effetti statisticamente rilevanti con le variazioni dimensionali delle aziende olivicole.

La simulazione dell'effetto che avrebbe avuto l'aiuto FEOGA sulla dimensione aziendale se allocato in base alla superficie (Disaccoppiamento) e non alla produzione (Accoppiamento) a parità di aiuto erogato a livello nazionale (Tab. 3) evidenzia:

1) L'aiuto FEOGA allocato attraverso il meccanismo del disaccoppiamento è positivamente correlato con l'aumento della dimensione media aziendale registrata nel periodo in esame. In particolare va rilevato che, ai fini dell'incremento della dimensione aziendale, il disaccoppiamento (0,028) è uno strumento più efficace rispetto all'accoppiamento (0,009), perché presenta un coefficiente di correlazione maggiore.

2) Il rendimento per ettaro è statisticamente significativo ed è...

To continue reading

Request your trial

VLEX uses login cookies to provide you with a better browsing experience. If you click on 'Accept' or continue browsing this site we consider that you accept our cookie policy. ACCEPT