Giovanna Adinolfi, Michele Vellano (a cura di), La crisi del debito sovrano degli Stati dell'area Euro. Profili giuridici, Torino, Giappichelli, 2013

AuthorSara De Vido
Pages405-406
405
Studi sull’integrazione europea, IX (2014), pp. 405-406
G. Adinolfi, M. Vellano (a cura di)
La crisi del debito sovrano
degli Stati dell’area Euro.
Proli giuridici
Torino, Giappichelli, 2013, pp. XX-244
“La crisi del debito sovrano degli Stati dell’area Euro. Profili giuridici”, curato
da Giovanna Adinolfi e Michele Vellano, è il risultato di un Convegno ospitato
alla fine del 2012 dalla Facoltà di Scienze politiche, economiche e sociali dell’U-
niversità di Milano. Il tema è, chiaramente, di estrema attualità. Il libro contribu-
isce efficacemente alla dottrina internazionalista in materia, molto ricca perlopiù
in lingua inglese – si vedano, ex multis, M. Waibel, Sovereign Defaults before
International Courts and Tribunals, Cambridge, 2011; R. W. Kolb (ed.), Sovereign
Debt. From Safety to Default, Hoboken (NJ), 2011; O. Hieronymi, C. Stephanou
(eds.), International Debt, Basingstoke, 2013; nonché i più recenti studi al Centre
for Studies and Research dell’Accademia di diritto internazionale dell’Aja –, svisce-
rando differenti ancorché correlati profili della crisi.
Nella prima parte, l’attenzione è rivolta ai rimedi alla crisi del debito sovrano in
base al diritto dell’Unione europea e, nello specifico, agli attori in gioco. Sul piano
internazionale ed europeo si avverte invero la tendenza alla creazione di meccani-
smi ed “entità” che sfuggono a facili catalogazioni nell’alveo dei soggetti del diritto
internazionale e pongono non pochi problemi di legittimità, soprattutto in seno
all’Unione europea. Così, Giovanna Adinolfi apre il dibattito riconoscendo che, a
seguito della crisi greca quale crisi del debito estero, la risposta “non ha potuto che
essere concordata” (p. 5) anche in seno all’Unione europea. La ricostruzione chiara
proposta dall’A. delle autorità e dei meccanismi, tra cui il Meccanismo europeo di
stabilità (MES) per i Paesi dell’area Euro, messi in campo per fronteggiare la crisi,
fa riflettere anche sul necessario coordinamento con il Fondo monetario internazio-
nale (FMI). Un coordinamento che, al momento, è garantito solo dalla prassi della
c.d. troika, composta da Commissione europea, Banca centrale europea (BCE) e
FMI. Continua nell’analisi dei meccanismi europei anche Pietro Manzini, che nel
suo articolo peraltro offre un’interessante valutazione della legittimità del MES.
L’A. sostiene che l’art. 136 TFUE e l’atto istitutivo del MES integrano e precisano
la portata della clausola di “non salvataggio” di cui all’art. 125 TFUE e “danno
concretezza al principio di solidarietà tra Stati membri” (p. 40). Sull’art. 125 TFUE,
inoltre, Susanna Cafaro, autrice del terzo contributo sull’azione della BCE nella crisi
dell’area dell’Euro, si esprime nel senso che esso vada interpretato non tanto come
un “divieto di intervenire”, quanto piuttosto come una “facoltà di intervenire”. In
altri termini, gli Stati non sono tenuti ad intervenire, ma possono scegliere di farlo (p.
52). L’analisi procede poi a interrogarsi sulla legittimità dell’intervento della BCE in

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