Il percorso ad ostacoli del processo di integrazione e armonizzazione europea in materia penale. Il modello della controversa riforma eurounitaria in tema di market abuse

AuthorPietro Maria Sabella
Pages1301-1322
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IL PERCORSO AD OSTACOLI DEL PROCESSO
DI INTEGRAZIONE E ARMONIZZAZIONE EUROPEA
IN MATERIA PENALE.
IL MODELLO DELLA CONTROVERSA RIFORMA
EUROUNITARIA IN TEMA DI MARKET ABUSE
Pietro Maria Sabella
PhD in Law and Business
LUISS Guido Carli, Roma
RIASSUNTO
Il presente contributo mira a evidenziare i profili critici del processo di armonizzazione
e di uniformazione europea del diritto penale in materia di abusi di mercato. Si analizzano,
in primo luogo, le ragioni di politica criminale che hanno condotto all’adozione della
Direttiva 57/2014/UE e del Regolamento 596/2014, la cogenza delle «fonti del diritto penale
europeo» , l’applicazione datane dalla giurisprudenza della CGE (caso Taricco) ed il rapporto
con il principio di riserva di legge previsto dagli ordinamenti interni. In secondo luogo, si
analizzano le principali coordinate della riforma, con particolare attenzione al giudizio di
indispensabilità della pena, al modello sanzionatorio tendenzialmente unitario ed ai nodi
irrisolti del bis in idem transazionale, nonché agli incerti esiti applicativi rispetto ai quali
riveste un ruolo fondamentale l’attività del legislatore nazionale.
Parole chiave: riforma market abuse, ne bis in idem, Direttiva 57/2014/UE, Regolamento
596/2014, art. 83,par. 2, TFUE.
ABSTRACT
This paper aims to highlight the critical profiles of the European harmonization and
standardization process of criminal law in the field of market abuse. Firstly, the criminal policy
reasons that led to the adoption of Directive 57/2014 / EU and of Regulation 596/2014, the
cogency of the “sources of European criminal law”, the application given by the jurisprudence
of the ECJ (Taricco case) and the relationship with the principle of legal reserve provided
by the internal legal systems. Secondly, the main coordinates of the reform are analyzed,
Parte 8. Armonización penal y política criminal europea
Víctor Manuel Macías Caro (Coordinador)
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with particular attention to the judgment of indispensability of the criminal sanction, to the
“unitary sanctioning model” and to the unresolved nodes of the transactional bis in idem, as
well as to the uncertain applicative outcomes with respect to which a fundamental role is
played by the national legislator.
Key words: Market abuse reform, ne bis in idem, 57/2014/EU Directive, 596/2014
Regulation, art. 83, par. 2, TFUE.
1. LE RAGIONI DELL’INTERVENTO DELL’UNIONE EUROPEA IN
MATERIA DI ABUSI DI MERCATO. FRA CRISI ECONOMICA E
SCANDALI FINANZIARI
Nell’ultimo decennio, il processo di integrazione e di armonizzazione legislativa
europea si è particolarmente intensificato, interessando anche alcuni settori strategici
dell’Unione, la cui efficace tutela sembrerebbe non potere prescindere dall’impiego
della sanzione penale.
In particolar modo, tale esigenza è stata ancor più avvertita con il deflagrare
della crisi economica a livello globale, che ha imposto un progressivo ripensamento
delle politiche europee di cooperazione fra istituzioni e di armonizzazione del
tessuto legislativo dei Paesi membri dell’UE1, volto a garantire un omogeneo
contrasto alle condotte lesive del nucleo centrale fondante le c.d. four freedoms.
È infatti noto ai più, come la maggior parte dei Paesi dell’Eurozona sia stato
interessato dai grandi scandali che hanno visto nell’occhio del ciclone banche ed altri
istituti di credito, protagonisti di comportamenti abusivi e distorsivi del corretto
funzionamento del mercato e della fiducia che gli investitori vi ripongono.
Esempio eclatante riguarda l’OPA (offerta pubblica di acquisto), lanciata nel
2007, poco prima dell’apocalisse dei mutui subprime, da parte del Banco Santander,
del Banco Fortis e della Royal Bank di Scozia per ottenere il controllo della Banca ABN
Amro, in assenza, tuttavia, dei capitali sufficienti per portare a termine l’operazione.
Considerando che anche altre banche europee sono state indirettamente
coinvolte in quello che può essere definito uno dei più grandi affari di sempre nel
settore dei servizi finanziari, questo accadimento ha messo particolarmente in risalto
l’inefficienza complessiva del sistema di prevenzione e repressione europeo a tutela
dei mercati finanziari.
L’inadeguatezza del sistema di prevenzione non è dipesa soltanto dalle
differenti misure legislative presenti nei singoli Paesi coinvolti ma anche dall’assenza
di un approccio europeo e comune da parte delle istituzioni delle singole nazioni
che hanno mirato in prima e, forse in esclusiva battuta, alla tutela degli interessi
economici domestici2.
1 In materia, cfr. SAMMARCO G., Armonizzazione europea delle sanzioni, pluralità di ordinamenti
giuridici e sistema delle fonti, in Riv. it. Dir. e proc. Pen., 2012, pag. 474 e ss;
2 Cfr. LUCHTMAN M.J.J.P. – VERVAELE J.A.E., Tutela degli abusi di mercato: verso un modello
integrato di applicazione del diritto penale ed amministrativo nell’UE?, in Riv. Trim. dir. pen. econ., 2014, pag. 677
e ss.

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