Sui rapporti tra NU e organizzazioni regionali per il mantenimento della pace in Africa

AuthorGiovanni Cellamare
PositionOrdinario di Diritto internazionale nell'Università degli studi di Bari Aldo Moro
Pages35-56
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Studi sull’integrazione europea, IX (2014), pp. 35-56
Giovanni Cellamare*
Sui rapporti tra NU
e organizzazioni regionali
per il mantenimento della pace
in Africa
S: 1. Il ruolo dell’UA per il mantenimento della pace e della sicurezza in Africa. – 2.
La decisione del Consiglio di pace e di sicurezza di creare la Missione di sostegno alla
Repubblica centrale africana (MISCA). – 3. L’autorizzazione del Consiglio di sicurez-
za al dislocamento della Missione (e delle truppe francesi). – 4. Segue: osservazioni sui
rapporti che si sono venuti a delineare tra i due Consigli nel contesto di cui si tratta. – 5.
L’autorizzazione del Consiglio di sicurezza al dislocamento dell’EUFOR RCA.
1. Nella nota Agenda per la pace, il Segretario generale delle NU forniva inequi-
vocabili indicazioni circa l’ampia portata della nozione di organizzazione regionale
accolta dal capitolo VIII della Carta di San Francisco. In particolare, il Segretario
concentrava l’attenzione sull’effettiva capacità operativa di un’entità per il mante-
nimento della pace e della sicurezza internazionale, indipendentemente dalla sua
originaria destinazione a finalità di altra natura1.
In tal senso, è degna di nota la progressiva assunzione di competenze, nella materia
di cui si tratta, da parte dell’UE2. Nello stesso senso, viene in rilievo l’evoluzione nor-
* Ordinario di Diritto internazionale nell’Università degli studi di Bari Aldo Moro.
1 “The Charter deliberately provides no precise denition of regional arrangements and agencies, thus
allowing useful exibility for undertakings by a group of States to deal with a matter appropriate for regio-
nal action which also could contribute to the maintenance of international peace and security” (An Agenda
for Peace: Preventive diplomacy, peacemaking and peace-keeping, in UN Doc. A/47/277-S/24111, par.
61). In precedenza (risoluzione 199, del 30 dicembre 1964), il Consiglio di sicurezza (avendo riguardo alla
crisi in Congo) aveva concentrato la propria attenzione, per lappunto, sulla capacità (“should be able”)
dellOrga nizzazione per lUnità Africana (OUA) “to nd a peaceful solution to all problems and disputes
affecting peace and security” nel continente africano (par. 8 del preambolo). Nel senso indicato, nel testo,
v. U. V, Les rapports entre l’ONU et les organisations régionales dans le domaine du maintien de
la paix, in Recueil des cours de l’Académie de droit international de La Haye, CCXC, 2001, p. 225 ss., in
specie p. 271 ss.; L. B D C, Les relations entre organisations régionales et organisa-
tions universelles, ivi, CCCXLVII, 2010, p. 101 ss.; C. W, Article 52, in B. S e al. (eds.), The
Charter of the United Nations. A Commentary, Oxford, 2012, III ed., p. 1443 ss.
2 Si fa riferimento all’evoluzione risultante dalle disposizioni contenute nel TUE secondo il Trat-
tato di Maastricht (articoli J.1, par. 2, e J.4, paragra 1 e 2) e quello di Amsterdam (art. 17, par. 2), con
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mativa e operativa di alcune organizzazioni africane: dell’Organizzazione per la coo-
perazione economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS); della Comunità
di sviluppo dell’Africa meridionale (SADC); della Comunità economica degli Stati
dell’Africa centrale (CEEAC); dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD);
e della Comunità economica e monetaria dell’Africa centrale (CEMAC)3.
Se ne desume il carattere multifunzionale di dette organizzazioni; l’aspirazione
degli Stati membri a fornire soluzioni africane ai problemi di pace e sicurezza di
quel continente4; e l’esistenza dei presupposti per la partnership tra quelle entità e le
NU, per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, nel quadro del
capitolo VIII della Carta, come a suo tempo auspicato dal Segretario generale5. Si
tratta di organizzazioni che hanno adottato sistemi, ancorché diversamente evoluti,
di allarme rapido6.
la previsione di missioni (c.d. di Petersberg) “umanitarie e di soccorso”, di “attività di mantenimento
della pace”, di “missioni di unità di combattimento nella gestione di crisi, ivi comprese le missioni tese
al ristabilimento della pace”, previsione attuata nel corso delle riunioni del Consiglio (dei ministri ed)
europeo. Inne, il Trattato di Lisbona, del 13 dicembre 2007, oltre a dette missioni, ha contemplato
disposizioni particolari sulla Politica di sicurezza e di difesa comune (articoli 42 e 43 TUE). Sull’evo-
luzione in parola, con l’esame di alcune operazioni, v. gli scritti raccolti in M. T, N. D. W
(eds.), European Security Law, Oxford, 2007, e in J. K, N. R (eds.), The EU, the UN and
Collective Security: Making Multilateralism Effective, London-New York, 2012.
3 L’evoluzione della prima Organizzazione (fondata con il Trattato di Lagos, del 23 maggio 1975,
in International Legal Materials, 1975, p. 1199 ss.) risulta dalla stipulazione del Protocollo di non ag-
gressione del 22 aprile 1978, del Protocollo sulla mutua assistenza per la difesa del 29 maggio 1981 (in
M. W (ed.), Regional Peace-keeping and International Enforcement: The Liberian Crisis, Cam-
bridge, 1994, p. 1 ss.), dalla revisione (successiva alla crisi liberiana, con il coinvolgimento dell’Or-
ganizzazione), nel 1993, del Trattato di Lagos (art. 58; in International Legal Materials, 1996, p. 660
ss.), nonché del Protocollo del 1999 relativo al “Mechanism for Conict Prevention, Management,
Resolution, Peace-keeping and Security” (atto successivo all’esperienza assunta in Sierra Leone e in
Guinea Bissau: v., variamente, J. L, Pro-democratic Intervention in Africa, in Wisconsin Inter-
national Law Journal, 2006, p. 785 ss.; L. A. S, Entre multilateralisme et unilateralisme:
l’autorisation par le Conseil de securité de recourir à la force, in Recueil des cours de l’Academie de
droit international de La Haye, CCCXXXIX, 2008, p. 9 ss., in specie p. 190 ss.). Per la SADC, v. l’art.
11 del Protocollo sulla politica di difesa e di sicurezza, del 14 agosto 2001, www.sadc.int. Inoltre, gli
articoli 6 e 7 del Patto, del 24 febbraio 2000, di mutua assistenza tra gli Stati parti della CEEAC (con il
previsto dislocamento sul territorio degli Stati membri della Forza multinazionale dell’Africa centrale;
l’art 18 del Trattato del 1986 istitutivo dell’Autorità indicata nel testo; il “Protocol on conict early
warning and response mechanism for IGADD Member States”, www.eastafrica.usaid.gov. Inne, il
Patto di non aggressione, di solidarietà e di mutua assistenza del 2004 tra gli Stati parti della CEMAC,
www.operationspaix.net.
4 Cfr. A. H, Explaining the Resurgence of Regionalism in World Politics, in Review of In-
ternational Studies, 1995, p. 331 ss.; J. D. R, From the OAU to the AU: A Normative Shift
with Implications for Peacekeeping and Conict Management, or Just a Name Change?, in Vanderbilt
Journal of Transnational Law, 2006, p. 543 ss.; D. M. H, It Takes a Village…or at Least a
Region: Rethinking Peace Operations in the Twenty-rst Century, the Hope and Promise of African
Regional Institutions, in Florida Journal of International Law, 2007, p. 75 ss., in specie p. 137 ss.; C.
R. M, The Future of Peacekeeping in Africa and the Normative Role of the African Union, in
Göttingen Journal of International Law, 2010, p. 463 ss.
5 V. ampiamente il rapporto dal titolo “A Regional-Global Security Partnership – Challenges and
Opportunities”, in UN Doc. A/61/204-S/2006/590.
6 Vedi K. S, The AfricaEU Peace and Security Partnership and African Regional Organi-

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