La competenza pregiudiziale della Corte di giustizia in relazione ad accordi misti: una proposta di ricostruzione

AuthorChiara Sisler
Pages651-668
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Studi sull’integrazione europea, VII (2012), pp. 651-668
Chiara Sisler*
La competenza pregiudiziale
della Corte di giustizia
in relazione ad accordi misti:
una proposta di ricostruzione
S: 1. Introduzione. – 2. La competenza della Corte ad interpretare le norme contenute
in accordi misti: il dato normativo. – 3. La giurisprudenza relativa agli accordi di associazio-
ne. – 4. La giurisprudenza relativa all’Accordo TRIPS. – 5. La sentenza C-240/09. – 6. Il
quadro generale risultante dalle pronunce della Corte: una proposta di ricostruzione. – 7.
Osservazioni conclusive.
1. Il tema dei limiti della competenza pregiudiziale della Corte di giustizia in
relazione alle norme contenute in accordi misti è tuttora denso di zone d’ombra.
Nonostante la materia sia stata interessata da un numero ormai consistente di pro-
nunce, infatti, i criteri posti a fondamento della ripartizione di competenze fra giu-
dice dell’Unione e giudici nazionali non sono stati ancora completamente chiariti.
La ragione di ciò è da ricercarsi nell’approccio estensivo adottato dalla Corte
in relazione alla propria competenza, approccio che l’ha condotta a privilegiare
le esigenze di interpretazione uniforme della norma internazionale, accanto-
nando il dato normativo1; tale modus procedendi ha fatto sì che le soluzioni
concretamente accolte nella giurisprudenza non fossero sempre sorrette da argo-
mentazioni univoche e sistematicamente coerenti; ciò che ne è risultato è un
quadro complesso, che impedisce l’enucleazione di regole certe e nell’ambito
del quale le decisioni della Corte difettano di prevedibilità.
Il tema della giurisdizione interpretativa della Corte in relazione ad
accordi misti è, da tempo, oggetto di indagine dottrinale2; una recente sen-
* Dottore di ricerca in Diritto internazionale e Diritto dell’Unione europea nell’Università de-
gli studi di Milano.
1 Il riferimento è alla norma che disciplina il rinvio pregiudiziale, ossia l’art. 267 TFUE, ex art.
234 TCE.
2 V. in particolare J. H, The Jurisdiction of the European Court of Justice to Give
Preliminary Rulings on the Interpretation of Mixed Agreements, in Nordic Journal of Internatio-
nal Law, 2000, p. 395 ss.; P. K, The Interpretation of Mixed Agreements under the
Preliminary Reference Procedure, in European Foreign Affairs Review, 2002, p. 25 ss.; I., Inter-
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tenza3 ha riportato il tema al centro dell’attenzione, offrendo lo spunto per
nuove riflessioni.
2. La sede privilegiata in cui la Corte è chiamata ad esprimersi sull’inter-
pretazione delle previsioni di un accordo misto è data dalla procedura di rinvio
pregiudiziale4. Conseguentemente, la disamina della competenza interpretativa
della Corte in materia di accordi misti non può che prendere le mosse dalla
norma di cui all’art. 267, lett. a) e b), TFUE. Ai sensi di tale disposizione, la
Corte è competente a pronunciarsi, oltre che sull’interpretazione dei Trattati,
“sulla validità e l’interpretazione degli atti compiuti dalle istituzioni, dagli
organi o dagli organismi dell’Unione”. Oggetto della competenza pregiudiziale
della Corte, dunque, sono tutti gli atti riconducibili ad un esercizio di compe-
tenza da parte delle istituzioni.
Se è indubbio che gli accordi internazionali conclusi dalla sola Unione
costituiscano atti compiuti dalle istituzioni e, in quanto tali, siano interamente
assoggettabili alla competenza interpretativa della Corte, più problematico è il
discorso con riguardo agli accordi misti. A ben vedere, infatti, l’accordo misto
potrebbe essere ritenuto un atto delle istituzioni solo limitatamente alle parti di
esso che rientrano nella competenza dell’Unione e che, dunque, sono imputabili
ad un organo di essa. A tale conclusione induce una lettura dell’art. 267 TFUE
alla luce del principio di attribuzione, che milita a favore del riconoscimento
della competenza interpretativa della Corte in riferimento alle sole parti dell’atto
formate dalle istituzioni nell’esercizio delle competenze loro attribuite5.
Del resto, come osservato da un’autorevole dottrina, “it would seem logical
to assume that the Court’s interpretative jurisdiction is limited to the provision
of a mixed agreement which are covered by Community competence”6.
Perfino la Commissione, in una delle cause portate all’attenzione della Corte, ha
pretation of Mixed Agreements, in C. H, P. K (eds.), Mixed Agreements Revisited
The European Union and its Member States in the World, Oxford, 2010 p. 116 ss.; F. I,
Giurisdizione comunitaria e accordi misti: dal criterio della competenza alla leale cooperazione,
in Studi sull’integrazione europea, 2009, p. 657 ss.
3 Sentenza della Corte di giustizia (Grande sezione) dell’8 marzo 2011, causa C-240/09, Leso-
ochranárske zoskupenie VLK c. Ministerstvo životného prostredia Slovenskej republiky; v. infra.
4 Non è escluso, tuttavia, che tale competenza possa essere esercitata, incidentalmente, anche
nell’ambito di altri procedimenti, ad esempio in occasione di una richiesta di parere oppure
nell’ambito di un ricorso per annullamento.
5 Ad una conclusione diversa non può indurre la circostanza che all’atto in cui si concreta la
conclusione di un accordo da parte dell’Unione è accluso il testo integrale dello strumento in-
ternazionale: tale circostanza, infatti, è dettata esclusivamente da esigenze di tipo pratico e non
può essere caricata di una valenza che non possiede. È evidente, infatti, che la conclusione di un
accordo da parte dell’Unione è limitata alle parti di sua competenza: diversamente, non si giu-
sticherebbe la partecipazione degli Stati membri. Ad adiuvandum, si consideri che la riprodu-
zione del testo dello strumento internazionale nell’atto di ratica caratterizza anche la prassi
nazionale.
6 P. E, External Relations of the European Union: Legal and Constitutional Founda-
tions, Oxford-New York, 2004, p. 236.

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