Quale futuro per l'Eurozona e l'Unione europea?

AuthorUgo Draetta
Pages23-32
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Studi sull’integrazione europea, VII (2012), pp. 23-32
Ugo Draetta*
Quale futuro per l’Eurozona
e l’Unione europea?**
S: 1. Premessa. – 2. Moneta unica e governo dell’economia. – 3. I rischi per l’euro ed i
rimedi adottati finora. – 4. I riflessi sulle istituzioni dell’Unione europea. – 5. Il bivio cui si
trova di fronte l’Unione europea. – 6. La soluzione federale e le possibili soluzioni al riguardo.
1. L’oggetto di questa mia lezione è il futuro dell’Eurozona e dell’Unione
europea. È un tema in cui le considerazioni giuridiche sono indissolubilmente
connesse a quelle di carattere politico ed economico. È, quindi, un approccio inter-
disciplinare quello che adotterò, secondo l’impostazione che il prof. Quadrio
Curzio ha da sempre voluto dare alla nostra Facoltà e che, appunto, la caratterizza.
Forse avrei dovuto essere più umile nel formulare un tale titolo per la mia
lezione. Non possiedo né sfere di cristallo né ricette miracolose. A mio credito
posso solo ricordare di avere dedicato la maggior parte della mia attività scien-
tifica e didattica all’integrazione europea, a cominciare dalla mia tesi di laurea
sugli aspetti sovranazionali dell’allora neonata Comunità economica europea,
che discussi nel 1960 sotto la guida di un maestro del calibro di Rolando Quadri.
A questo interesse scientifico ho sempre affiancato una grande passione
politica per i temi del federalismo europeo, ispirata e alimentata dagli scritti e
dalle opere di personaggi quali Einaudi, Spinelli e tanti altri. Questa passione mi
ha spinto a considerare sempre la federazione (non la confederazione, che è cosa
assai diversa se si vogliono utilizzare le categorie classiche del diritto internazio-
nale) come meta ultima del processo di integrazione europea e di guardare con
realismo e con un certo disincanto a quelle che mi apparivano come soluzioni
più che altro di facciata, che ci allontanavano piuttosto che avvicinarci a tale
meta. Questo mio atteggiamento a volte critico è stato scambiato da alcuni come
euro-scetticismo. È un’accusa che credo di non aver meritato.
Quando ho cominciato ad occuparmi dell’Europa, la scena politica era occu-
pata da statisti del calibro di Adenauer, De Gasperi, Spaak, Schumann, i cosid-
detti Padri fondatori. Sembrava a noi giovani a quei tempi che ogni traguardo
fosse raggiungibile e che gli Stati uniti d’Europa fossero a portata di mano. Ma,
dopo il fallimento della Comunità europea di difesa e della Comunità politica
* Ordinario di Diritto internazionale nell’Università Cattolica di Milano.
** Lectio magistralis svolta nell’Università Cattolica di Milano il 21 ottobre 2011.

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