Opinion of Advocate General Rantos delivered on 30 November 2023.

JurisdictionEuropean Union
ECLIECLI:EU:C:2023:937
Date30 November 2023
Celex Number62022CC0540
CourtCourt of Justice (European Union)

Edizione provvisoria

CONCLUSIONI DELL’AVVOCATO GENERALE

ATHANASIOS RANTOS

presentate il 30 novembre 2023 (1)

Causa C540/22

SN e a.

contro

Staatssecretaris van Justitie en Veiligheid

[domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal rechtbank Den Haag, zittingsplaats Middelburg (Tribunale dell’Aia, sede di Middelburg, Paesi Bassi)]

«Rinvio pregiudiziale – Libera prestazione dei servizi – Articoli 56 e 57 TFUE – Distacco di lavoratori – Distacco di cittadini ucraini da parte di un’impresa stabilita in Slovacchia per svolgere attività lavorative nei Paesi Bassi – Durata superiore a 90 giorni su un periodo di 180 giorni – Obbligo per i lavoratori distaccati di essere titolari di un permesso di soggiorno nei Paesi Bassi – Limitazione del periodo di validità del permesso di soggiorno – Importo dei diritti relativi alla domanda di permesso di soggiorno – Restrizione alla libera prestazione dei servizi – Motivi imperativi di interesse generale – Proporzionalità»






I. Introduzione

1. Alcuni lavoratori ucraini sono stati distaccati da un prestatore di servizi slovacco per svolgere attività nei Paesi Bassi. La durata di tali attività è stata prolungata oltre i 90 giorni su un periodo di 180 giorni. In una situazione del genere, la normativa dei Paesi Bassi prevede che i cittadini di paesi terzi debbano essere titolari di un permesso di soggiorno, che comporta condizioni relative alla durata di validità di tale permesso e un costo per il suo ottenimento.

2. Una siffatta normativa è conforme agli articoli 56 e 57 TFUE? È questa, in sostanza, la questione sollevata dal rechtbank Den Haag, zittingsplaats Middelburg (Tribunale dell’Aia, sede di Middelburg, Paesi Bassi).

3. Tale questione condurrà la Corte a precisare la sua giurisprudenza relativa al regime applicabile ai cittadini di Stati terzi distaccati nell’Unione europea. Sebbene l’obbligo di essere in possesso di un permesso di soggiorno costituisca indubbiamente una restrizione alla libera prestazione dei servizi, occorrerà esaminare in quale misura tale restrizione possa rispondere a un motivo imperativo di interesse generale ed essere proporzionata.

II. Contesto normativo

4. L’articolo 2, paragrafo 1, della Wet arbeid vreemdelingen (legge sui lavoratori stranieri) (2), del 21 dicembre 1994, così recita:

«A un datore di lavoro è fatto divieto di far svolgere un’attività lavorativa a un cittadino straniero nei Paesi Bassi senza un permesso di lavoro o senza che il cittadino straniero sia titolare di un permesso unico per lavorare per tale datore di lavoro».

5. L’articolo 1 del Besluit uitvoering Wet arbeid vreemdelingen (decreto attuativo della legge sui lavoratori stranieri), nella versione applicabile all’epoca dei fatti nel procedimento principale, stabilisce quanto segue:

«Il divieto di cui all’articolo 2, paragrafo 1, della legge sui lavoratori stranieri non si applica al cittadino straniero che, nel contesto di una prestazione transfrontaliera di servizi, svolga temporaneamente un’attività lavorativa nei Paesi Bassi al servizio di un datore di lavoro stabilito al di fuori dei Paesi Bassi, in un altro Stato membro dell’Unione europea, in un altro Stato parte dell’accordo sullo Spazio economico europeo o in Svizzera, purché:

a. il cittadino straniero soddisfi tutte le condizioni relative al soggiorno, al permesso di lavoro e alla previdenza sociale per svolgere un’attività lavorativa in qualità di lavoratore subordinato del datore di lavoro nel paese in cui quest’ultimo è stabilito;

b. il cittadino straniero svolga un’attività lavorativa analoga a quella per la quale è autorizzato nel paese nel quale è stabilito il datore di lavoro;

c. il cittadino straniero sia solo un sostituto di un altro cittadino straniero che ha svolto un’attività lavorativa analoga e la durata totale della prestazione di servizi concordata non venga superata; e

d. il datore di lavoro eserciti effettivamente attività sostanziali ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 3, lettera a), della Wet arbeidsvoorwaarden gedetacheerde werknemers in de Europese Unie (legge sulle condizioni di lavoro dei lavoratori distaccati nell’Unione europea) [(3)]».

6. L’articolo 14 della wet tot algehele herziening van de Vreemdelingenwet (legge recante revisione generale della legge sugli stranieri) (4), del 23 novembre 2000 (in prosieguo: la «legge sugli stranieri del 2000»), al suo paragrafo 1 dispone quanto segue:

«Il Ministro ha la facoltà di:

a. approvare, respingere oppure non prendere in considerazione la domanda di permesso di soggiorno a tempo determinato;

(…)

3. Il rilascio di un permesso di soggiorno a tempo determinato comporta restrizioni relative allo scopo per il quale il soggiorno è autorizzato. Il permesso può essere assoggettato anche ad altre condizioni. (…)».

7. L’articolo 3.31a, paragrafo 1, del Besluit tot uitvoering van de Vreemdelingenwet 2000 (Vreemdelingenbesluit 2000) (decreto sugli stranieri del 2000) (5), del 23 novembre 2000, è così formulato:

«Il permesso di soggiorno regolare a tempo determinato può essere rilasciato, corredato da una restrizione relativa all’attività svolta nell’ambito della prestazione transfrontaliera di servizi di cui all’articolo 4.6 del decreto attuativo della legge sui lavoratori stranieri del 2022, se la notifica di cui all’articolo 8 [del Besluit arbeidsvoorwaarden gedetacheerde werknemers in de Europese Unie (decreto sulle condizioni di lavoro dei lavoratori distaccati nell’Unione europea)] è stata effettuata, fornendo le informazioni prescritte in tale articolo e all’articolo 11, paragrafo 3, [del decreto sulle condizioni di lavoro dei lavoratori distaccati nell’Unione europea]».

8. Ai sensi dell’articolo 3.4, paragrafo 1, lettera i), del decreto sugli stranieri del 2000:

«Le restrizioni previste all’articolo 14, paragrafo 3, della [legge sugli stranieri del 2000] riguardano:

(…)

i. la prestazione transfrontaliera di servizi».

9. L’articolo 8, paragrafi da 1 a 3, della legge sulle condizioni di lavoro dei lavoratori distaccati nell’Unione europea enuncia quanto segue:

«1. Il prestatore di servizi che distacca un lavoratore nei Paesi Bassi è tenuto a darne notifica per iscritto o per via telematica al Ministro prima dell’inizio dell’attività. La notifica del prestatore di servizi include:

a. la sua identità;

b. l’identità del destinatario dei servizi e quella del lavoratore distaccato;

c. la persona di contatto di cui all’articolo 7;

d. l’identità della persona fisica o giuridica responsabile del pagamento delle retribuzioni;

e. la natura e la durata prevista dell’attività;

f. l’indirizzo del luogo di lavoro; e

g. i contributi ai regimi di sicurezza sociale applicabili.

2. Se il prestatore di servizi che distacca un lavoratore nei Paesi Bassi, prima dell’inizio dell’attività, fornisce al destinatario dei servizi una copia scritta o elettronica della notifica di cui al paragrafo 1, quest’ultima deve contenere almeno le informazioni relative alla sua identità e a quella del lavoratore distaccato, all’indirizzo del luogo di lavoro nonché alla natura e alla durata dell’attività.

3. Il destinatario della prestazione verifica se la copia della notifica di cui al paragrafo 2 contenga le informazioni menzionate a tale paragrafo 2 e notifica al Ministro, per iscritto o per via telematica, eventuali inesattezze o la mancata ricezione della copia entro e non oltre cinque giorni lavorativi dall’inizio dell’attività».

10. L’articolo 3, paragrafo 2, del decreto sulle condizioni di lavoro dei lavoratori distaccati nell’Unione europea stabilisce quanto segue:

«Il Ministro è autorizzato e tenuto, su richiesta, a fornire gratuitamente al Servizio Immigrazione e Naturalizzazione i dati relativi ai prestatori di servizi, ai destinatari dei servizi, alle persone di contatto, alle persone responsabili del pagamento delle retribuzioni e ai lavoratori distaccati, che sono stati trattati in relazione all’articolo 8 della legge, compreso il numero di identificazione nazionale, nei limiti in cui tali dati siano necessari ai fini dei compiti connessi all’esecuzione della legge sugli stranieri del 2000».

11. L’articolo 11, paragrafo 3, di tale decreto così dispone:

«Il prestatore di servizi che distacca un cittadino straniero ai sensi dell’articolo 1 del decreto attuativo della legge sui lavoratori stranieri fornisce, oltre ai dati di cui all’articolo 8, paragrafo 1, di tale legge, la data della fine del periodo di lavoro regolare menzionata nel documento in base al quale detto cittadino straniero è autorizzato a svolgere un’attività lavorativa in qualità di lavoratore subordinato nello Stato membro di rilascio».

12. In forza dell’articolo 3.58, paragrafo 1, lettera i), del decreto sugli stranieri del 2000 e della parte B5/3.1 della Vreemdelingencirculaire 2000 (circolare del 2000 sugli stranieri) (6), del 2 marzo 2001, nella versione applicabile all’epoca dei fatti nel procedimento principale, l’Immigratie- en Naturalisatiedienst (Servizio Immigrazione e Naturalizzazione, Paesi Bassi; in prosieguo: l’«IND») rilascia il permesso di soggiorno relativo a una prestazione transfrontaliera di servizi per un periodo di validità pari alla durata dell’attività di cui all’articolo 1, paragrafo 2, del decreto attuativo della legge sui lavoratori stranieri.

13. L’articolo 3.34 del Voorschrift Vreemdelingen 2000 (regolamento del 2000 sugli stranieri) (7), del 18 dicembre 2000, stabilisce che il cittadino straniero che non è titolare di un permesso di soggiorno provvisorio valido per lo scopo indicato nella domanda di soggiorno è tenuto al pagamento di diritti a titolo di trattamento di una domanda di rilascio, di modifica o di rinnovo di un permesso di soggiorno per la prestazione transfrontaliera di servizi.

III. Procedimento principale, questioni pregiudiziali e procedimento dinanzi alla Corte

14. I ricorrenti, cittadini ucraini, sono titolari di un permesso di soggiorno temporaneo slovacco per motivi di lavoro. Essi lavorano per la società slovacca ROBI spol...

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