Tendenze del diritto tributario croato in materia di legislazione CFC

AuthorSime Joipovic
PositionMag. Iur., LLM ger. (LMU München) Ricercatore al Max Planck Institute in diritto tributario e finanza pubblica
Pages1-23

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@1. Introduzione

Dopo un lungo e intenso processo di adesione, la Repubblica di Croazia recentemente è diventata il 28° Stato membro dell’Unione Europea 3. A seguito di un processo di riforma ad ampio raggio in tutti i settori rilevanti, la Croazia ha finalmente raggiunto un livello accettabile di armonizzazione con l’acquis communitarie 4. Una delle aree influenzate dal processo di adesione è stato il settore della fiscalità internazionale (principalmente inter-europeo). Molti casi recenti hanno rivelato che anche gli Stati che da molto tempo sono membri dell’Unione Europea a volte hanno difficoltà ad armonizzare la loro legislazione fiscale con le norme europee. Ciò è dovuto, soprattutto, alla struttura complessa del diritto tributario internazionale 5. Nonostante il fatto che il diritto tributario croato sia stato fortemente influenzato dai sistemi fiscali tedesco, austriaco e di altri Stati europei, le norme sulla fiscalità internazionale, in particolare in materia di meccanismi di protezione contro l’elusione fiscale, in parte divergono dai sistemi citati. Ciò è particolarmente evidente per quanto riguarda la normativa CFC, che in molti paesi europei è altamente sviluppata e fiscalmente rilevante 6, mentre in Croazia è piuttosto trascurata.

Diversamente dal diritto tributario tedesco 7, quello croato non è dotato di un codice fiscale internazionale, ma piuttosto disciplina le questioni in materia di fiscalità internazionale nel codice generale delle imposte e nelle rispettive norme fiscali speciali 8. Questa è la conseguenza di una serie di fattori: il numero limitato di partners commerciali internazionali rilevanti 9, una buona rete di convenzioni contro le doppie imposizioni 10, ma anche le limitate esperienze con problematiche relative alla fiscalità internazionale 11. La fissazione di regole nelle convenzioni contro le doppie imposizioni ha anche portato ad una regolamentazione frammentaria in materia di società controllate. Mentre le società controllate residenti in Croazia sono soggette a norme che limitano alcune prospettive di pianificazione fiscale 12, il regime croato delle CFC si applica solo in uno spettro molto ristretto di casi in conseguenza della bassa pressione fiscale sulle società e di alcune particolarità del sistema fiscale croato. Le rispettive regole sono attuate nelle diverse leggi fiscali e definite attraverso regolamenti interni del Ministero delle Finanze che modellano i confini tra l’elusione fiscale illegale ed i legali metodi di pianificazione. Mente questo approccio limitato ha il vantaggio di poter essere più probabilmente accettato nella prospettiva della legislazione europea 13, il suo più grande svantaggio è il campo di applicazione estremamente ristretto.

Questo problema è stato in gran parte ignorato in passato, ma recentemente ha iniziato a porsi al centro della discussione, dopo che il Ministero delle Finanze ha iniziato la sua campagna nazionale contro l’evasione fiscale 14. L’attuale ministro delle Finanze croato ha definito gli obiettivi della campagna, quali la creazione di un ambiente governato dall’idea di un’equa posizione sul mercato per tutti i soggetti fiscali, che può essere creata solo attraverso una tassazione obiettiva e globale 15. Questo obiettivo non può essere raggiunto con l’attuale legislazione in materia di diritto internazionale. Pertanto il Ministero delle Finanze ha iniziato a lavorare ad una strategia di riforma del diritto tributario internazionale croato, comprese le norme che contrastano l’evasione fiscale, in particolare attraverso le società controllate con sede in paradisi fiscali. La riforma definitiva potrebbe rivoluzionare il modo di affrontare le questioni fiscali internazionali in Croazia, come pure, però, potrebbe essere origine di incertezza giuridica. Dal momento che la normativa CFC rappresenta un elemento importante della riforma ed è, quasi completamente, stata esclusa dalle discussioni teoriche e pratiche, l’analisi della sua posizione all’interno del più ampio contesto del sistema fiscale croato è essenziale per lo sviluppo del diritto tributario croato globalmente inteso.

Pertanto, questo articolo presenta la disciplina, in realtà molto limitata, delle società estere controllate in Croazia e le principali questioni con le quali il Ministero delle Finanze si dovrà confrontare nel prossimo futuro. Successivamente, l’articolo analizzerà, per la prima volta nella dottrina croata, le ragioni che hanno portato ad un tale sistema di protezione, incluse quindi le peculiarità del quadro costituzionale croato, nonché le influenze economiche e finanziarie in questo settore. Sulla base di questa analisi, l’articolo descrive i confini unici della legislazione fiscale croata in questo settore e definisce, altresì, le interrelazioni, precedentemente non esplorate, delle norme vigenti in materia di el fiscale relativamente alla loro influenza sulla legislazione CFC, dando anche un giudizio su possibili prospettive di una necessaria riforma in questo settore.

@2. Il sistema fiscale croato

@@2.1. La definizione di società controllate

Il diritto tributario croato definisce esattamente le società controllate quali società in cui un’altra società può esercitare un’influenza decisiva, diretta o indiretta, o sulle quali un altro ente ha il "controllo", mentre il significato di controllo nel campo del diritto tributario è legalmente definito 16. Quindi, secondo la nozione fornita dal codice fiscale croato, esiste un "controllo" se sono soddisfatti i criteri di cui sopra, o mediante l’instaurazione di un rapporto che soddisfi i predetti criteri, tra una persona fisica e una società; o se è presente uno dei seguenti requisiti 17:

  1. La società controllante detiene la maggioranza delle azioni della società controllata o detiene la maggioranza dei diritti di voto;

  2. La società controllante ha il diritto di eleggere o nominare e/o revocare la maggioranza dei membri del consiglio di amministrazione o la maggioranza degli amministratori esecutivi, o del consiglio di sorveglianza

  3. La società controllante, di diritto o di fatto, esercita l’influenza dominante sulla società;

  4. La società controllante ha il diritto di controllare la politica finanziaria ed aziendale della società in base allo statuto, ad un contratto o di qualsiasi altro atto o accordo giuridico;

  5. La società controllante controlla più del 50% dei diritti di voto in base a un accordo speciale

  6. La società controllante ha il potere di indirizzare la maggioranza dei voti in sede di riunioni del consiglio di amministrazione della società.

Mentre questi elementi ricordano le norme base che definiscono ed individuano le società controllate nell’ambito di alcuni regimi CFC 18, la legge croata li considera, per lo più, alla stregua di un metodo per definire con più precisione le società affiliate e per prevenire particolari schemi di frode fiscale.

@@2.2. Il trattamento fiscale di redditi e profitti nel diritto tributario croato

Il sistema fiscale croato contiene alcune norme particolari in materia di imposizione sul reddito e sulle società, che influenzano fortemente le disposizioni in materia di fiscalità internazionale. La normativa CFC, in particolare, riflette la posizione nazionale nei confronti delle tematiche riguardanti il trattamento di alcuni tipi di reddito, principalmente redditi di capitale, ma anche di altre fonti di reddito problematiche 19. Pertanto, è necessario analizzare i concetti di base della tassazione croata delle società e dei redditi da capitale, al fine di comprendere i provvedimenti che il legislatore ha integrato nella legislazione croata stessa, per garantire un gettito fiscale stabile e un sistema fiscale giusto in generale. A questo scopo, l’analisi che segue prende in considerazione gli elementi essenziali dell’attuale sistema fiscale croato descrivendo, allo stesso tempo, gli sviluppi storici che hanno portato alla situazione odierna.

Nella Repubblica di Croazia, l’imposta sulle società si applica alle società di capitali e, in alcuni casi, ad altri tipi di società o anche a persone fisiche che soddisfino specifici requisiti 20. Ma, ai fini del tema che qui si indaga, l’analisi della tassazione delle società di capitali è centrale, mentre le altre situazioni particolari possono essere considerate quali casi piuttosto teorici. L’aliquota dell’imposta sulle società croata è pari al 20% dell’utile netto della società 21. Vista l’esistenza di alcune norme sulla limitazione dei fattori che riducono la base imponibile 22, il regime fiscale societario croato può essere considerato piuttosto favorevole. Dalla combinazione di questi elementi, risulta relativamente bassa la contribuzione dell’imposta sulle società al gettito fiscale complessivo, nella misura approssimativa del 7% 23. Il sistema fiscale croato ha una propensione piuttosto bassa verso la tassazione diretta delle imprese. Ciò può essere considerato quale specifica conseguenza dello sviluppo storico della tassazione, in generale, delle imprese in Croazia 24. Mentre il precedente sistema socialista limitava in modo severo le libertà economiche delle imprese private, la legge croata attuale è, in teoria, basata su un approccio che sostiene e stimola gli investimenti 25.

L’ideale di sostegno e stimolo per gli investitori ha anche ispirato una recente riforma fiscale che ha introdotto la possibilità di un differimento della tassazione degli utili reinvestiti. In sostanza, tutti gli utili netti di una società che di solito sono tassati con l’aliquota del 20%, non vengono affatto tassati se la società li reinveste nella propria attività. Questa previsione offre praticamente alle imprese una soluzione legale e di "benvenuto" al fine di evitare la tassazione, senza la necessità di ricorrere ad una struttura complessa come quella alla base del fenomeno CFC. Se questa struttura si propone di stimolare le imprese a reinvestire i loro profitti, essa tuttavia presenta anche un effetto...

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