ADR e diritto di accesso alla giustizia: il difficile raccordo tra modello europeo e modello italiano di mediaconciliazione obbligatoria

AuthorLuciano Garofalo
PositionOrdinario di Diritto internazionale nell'Università degli studi di Bari Aldo Moro
Pages247-263
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Studi sull’integrazione europea, IX (2014), pp. 247-263
Luciano Garofalo*
ADR e diritto di accesso
alla giustizia: il dicile raccordo
tra modello europeo e modello
italiano di media-conciliazione
obbligatoria
S: 1. Premesse. – 2. Il contesto complessivo di riferimento. – 3. La direttiva 2008/52/
CE e il “modello” europeo di media-conciliazione. – 4. Alcune criticità: il raccordo tra la
disciplina in esame e gli atti dell’Unione relativi alla cooperazione giudiziaria in materia civi-
le. – 5. Segue: il confronto tra modello europeo e modello italiano di media-conciliazione.
1. È constatazione di comune esperienza il rilevare che, quando in Italia si
affrontano dibattiti su questioni implicanti sostanziosi conflitti di interessi tra
lobbies contrapposte, si utilizza l’Unione europea – e i vincoli posti dalla relativa
normativa – per legittimare tutte le posizioni anche se, spesso, tra loro inconcilia-
bili. A questa regola non è sfuggito nemmeno il lungo ed appassionato dibattito1
che ha accompagnato in Italia l’iter legislativo diretto ad introdurre procedimenti
obbligatori di media-conciliazione per gran parte delle controversie civili e, cioè,
quell’iter che è iniziato con il d.lgs. 4 marzo 2010 n. 282, è passato attraverso la nota
declaratoria di incostituzionalità3 ed è sfociato nella recente riformulazione legi-
* Ordinario di Diritto internazionale nell’Università degli studi di Bari Aldo Moro.
1 In argomento, di recente, G. A, S. I, Il modello italiano di mediazione: le ragioni di un
insuccesso, in Rassegna forense, 2011, p. 591 ss.; C. C, L’evoluzione normativa, giurisprudenziale
e negoziale della mediazione civile e commerciale, in Rivista dell’arbitrato, 2012, p. 691 ss.
2 Tutti i documenti ufciali relativi agli atti normativi in esame contengano richiami al diritto
dell’Unione. Lo stesso d.lgs. 28/2010 richiama espressamente, nelle premesse, la direttiva 2008/52/CE
del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008, relativa a determinati aspetti della me-
diazione in materia civile e commerciale. In argomento, di recente, G. I, La mediazione
civile nella cornice europea, in Giurisprudenza italiana, 2012, p. 217 ss.
3 Corte costituzionale, sentenza del 6 dicembre 2012 n. 272, www.cortecostituzionale.it. Per un
commento alla sentenza, v. I. P, Gli spazi e il ruolo della mediazione dopo la sentenza della Corte
costituzionale 6 dicembre 2012 n. 272, in Corriere giuridico, 2013, p. 262 ss. Sulla problematica rela-
tiva all’introduzione della media-conciliazione obbligatoria in Italia in generale v., sempre di recente,
M. A. L, Rapporti tra procedimento di mediazione e processo civile, in Il Foro padano, 2012, p.
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slativa della relativa disciplina4; dibattito che, infatti, è stato costellato da continui
riferimenti – da parte di tutti i “contendenti” – alle esigenze che deriverebbero dal
diritto dell’Unione europea in questa materia.
Non è nostra intenzione intrattenerci su tale dibattito, tutto nazionale, ma
vogliamo, invece, soffermarci sul ruolo svolto dall’Unione europea e dal suo diritto
in questa materia per verificare la consistenza della “premessa maggiore” utilizzata
dai vari contendenti per sostenere le rispettive posizioni; Unione europea che, è bene
subito sottolinearlo, oltre ad aver fornito rilevanti linee-guida agli Stati membri, ha
adottato importanti atti normativi e, più di recente, ha ridefinito la base giuridica dei
suoi interventi individuando, in generale, nello “(…) sviluppo dei metodi alternativi
per la risoluzione delle controversie civili” uno degli àmbiti della cooperazione giu-
diziaria in materia civile (art. 81, par. 2, lett. g, TFUE)5.
In questo quadro riteniamo sia utile contribuire a fare chiarezza verificando lo
stato del diritto dell’Unione europea in materia di media-conciliazione per le con-
troversie civili. Il tutto con l’obbiettivo di comprendere quali siano i vincoli che
l’Unione realmente pone al legislatore nazionale per effetto del principio del pri-
mato del suo diritto su quelli nazionali – e princìpi correlati – nonché per effetto dei
princìpi costituzionali interni consacrati, in Italia, negli articoli 11 e 117, co. 1, Cost.
Come è noto, infatti, e come abbiamo avuto modo altrove di segnalare6, operiamo
in un contesto normativo nel quale il primato del diritto dell’Unione europea – con-
seguente agli impegni internazionali liberamente assunti dallo Stato italiano con i
Trattati istitutivi – viene garantito indipendentemente dall’inserimento di quest’ul-
timo (rectius, delle pertinenti fonti) tra le fonti interne di produzione giuridica – e
relativa gerarchia – e, cioè, viene garantito attraverso un diverso processo che si
incentra sulla delimitazione dei poteri sovrani dello Stato italiano.
Bisogna, altresì, considerare come, nel vigente sistema costituzionale italiano
“rimodellato” nel 2001, il diritto dell’Unione europea venga utilizzato quale ele-
mento di unificazione dell’ordinamento nazionale individuandosi in quel diritto un
limite generale ai poteri sovrani dei vari organi statali. In sostanza, agiamo ormai in
un contesto normativo nel quale tutti i poteri sovrani dello Stato – e, in particolare,
quello legislativo – vengono limitati per consentire all’ordinamento dell’Unione di
operare liberamente nell’àmbito della jurisdiction nazionale.
In questo studio cercheremo di effettuare una ricostruzione sistematica del
diritto dell’Unione europea in materia di media-conciliazione al fine di consentire
un corretto confronto tra il modello europeo e quello italiano; quest’ultimo (nuova-
mente) caratterizzato, come è noto, dall’obbligatorietà del ricorso a tali procedure
per gran parte delle controversie civili. La ricostruzione del quadro normativo
139 ss.; P. S, Processo civile: funzionalità e riforme, in Rivista di diritto processuale, 2012, p.
1300 ss.
4 D.l. 21 giugno 2013 n. 69, convertito in l. 9 agosto 2013 n. 98.
5 Disposizione introdotta dal Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007.
6 L. G, Ordinamento dell’Unione europea e ordinamento italiano: “prove tecniche” d’in-
tegrazione, in Studi sull’integrazione europea, 2011, p. 245 ss.; I., Costituzione italiana, ruolo delle
Regioni e dinamica attuale dei rapporti tra ordinamento dell’Unione europea e ordinamento nazionale.
Un approccio “multilivello”, in L. G (a cura di), I poteri esteri delle Regioni, Napoli, 2013, p.
11 ss.

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