L'influenza dei precedenti della Corte di giustizia europea nella giurisprudenza della Corte dell'Unione Economica e Monetaria dell'Ovest-Africano (UEMOA)

AuthorDaniele Amoroso
ProfessionDottorando di ricerca in Diritto ed Economia dell'Istituto Italiano di Scienze Umane.
Pages201-220

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  1. L’Unione Economica e Monetaria dell’OvestAfricano (UEMOA) è stata istituita con il Trattato di Dakar del 10 gennaio 19941. Fanno parte di tale organizzazione il Benin, il Burkina Faso, la Costa d’Avorio, il Mali, il Niger, il Senegal, il Togo e, a partire dal 1997, la GuineaBissau2.

    L’UEMOA si inserisce appieno nel quadro delle azioni miranti al rafforzamento della cooperazione e dell’integrazione regionale nell’area dell’Africa occidentale francofona3. Al tempo stesso, tuttavia, essa rappresenta la risposta elaborata a fronte della congiuntura economica, particolarmente sfavorevole, che ha interessato il continente africano a partire dalla seconda metà degli anni ’80. Com’è stato notato4, infatti, la crisi dell’indebitamento estero, la consistente riduzione degli aiuti allo sviluppo5 nonché la deviazione degli investimenti stranieri

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    su altri mercati6 hanno esercitato un’influenza non marginale sulla scelta dei dirigenti africani di procedere alla stipula del Trattato di Dakar.

    Diversi sono gli elementi che distinguono quest’esperienza dalla miriade di organizzazioni che compongono il quadro del regionalismo africano7.

    In primo luogo, gli Stati aderenti all’Unione – a differenza di quanto avvenuto per altre organizzazioni subregionali, fortemente connotate in senso anticolonialista – hanno inteso far tesoro della comune esperienza coloniale al fine rendere più agevole la realizzazione del processo di integrazione. L’UEMOA, infatti, raggruppa buona parte degli Stati appartenenti alla disciolta Afrique occidentale française (AOF), vale a dire la federazione istituita nel 1895 dalla Francia al fine di coordinare sotto un’unica autorità il governo dei territori coloniali dell’Ovestafricano8.

    In secondo luogo, l’UEMOA non nasce ex nihilo ma costituisce una nuova fase di un processo d’integrazione già avviato. Essa, difatti, si propone di estendere e rinforzare il percorso iniziato nel 1973 con la creazione dell’Unione Monetaria dell’OvestAfricano (UMOA), affiancando all’obiettivo dell’unione monetaria, già perseguito da quest’ultima, quello dell’unione economica9.

    In terzo ed ultimo luogo – e qui risiede indubbiamente la caratteristica più saliente dell’Unione – il Trattato di Dakar disegna un quadro istituzionale che riproduce in modo pedissequo le soluzioni offerte dall’esempio europeo. È sufficiente una disamina superficiale delle disposizioni del Trattato istitutivo per percepire la portata di tale meccanismo emulativo. Sia che si considerino struttura e funzioni degli organi principali dell’UEMOA (Consiglio, Commissione e Corte di giustizia) che l’articolazione delle sue fonti (regolamenti, direttive, decisioni) è evidente come l’esperienza europea, più che una fonte di ispirazione, abbia rappresentato per i padri fondatori dell’Unione un modello da imitare nel modo più fedele possibile10.

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    Questo stato di cose non poteva non ripercuotersi sulla giurisprudenza del principale organo giurisdizionale dell’UEMOA: la Corte di giustizia. Nelle pronunce di quest’ultima, infatti, i riferimenti ai precedenti della Corte di giustizia europea (CGE) sono diffusi e puntuali ed evidenziano una profonda conoscenza, da parte dei giudici africani, del diritto comunitario europeo.

    Alla luce di queste considerazioni il presente contributo mira a realizzare un duplice obiettivo: da un lato, procedere ad una ricognizione (per quanto possibile) completa delle pronunce della Corte UEMOA caratterizzate da questo fenomeno; dall’altro, suggerire alcuni spunti di riflessione circa l’inquadramento teorico di tale problematica.

    Dopo aver brevemente descritto fini e struttura istituzionale dell’UEMOA, con particolare riferimento ai compiti della Corte di giustizia (par. 2), passeremo all’analisi della giurisprudenza di quest’ultima. Nel procedere nella nostra indagine considereremo, in primo luogo, il modo in cui la giurisprudenza della CGE ha inciso sulle soluzioni adottate dalla Corte UEMOA in relazione ad alcune problematiche di natura generale (primautè, condizioni di ricevibilità del rinvio pregiudiziale, nozione di “atto impugnabile”, parr. 3, 4 e 5). Successivamente, ci dedicheremo alle controversie tra l’Unione e i suoi agenti (par. 6). Svolgeremo, dunque, alcune riflessioni su questa prassi, suggerendo, in particolare, che l’adesione ai principi sviluppati in ambito europeo è in qualche misura controbilanciata dalla volontà della Corte UEMOA di preservare la propria indipendenza (par. 7). A sostegno di tale ipotesi ricostruttiva, indicheremo l’approccio seguito dalla Corte nel parere n. 3/2000, nella quale – seppure con argomentazioni non prive di ambiguità – essa prende le distanze dal processo di integrazione europeo (par. 8). Nelle conclusioni tireremo le fila del discorso ed esporremo i risultati della nostra indagine (par. 9).

  2. L’azione dell’UEMOA si sviluppa intorno a quattro assi principali: la creazione di un mercato comune fondato sulla libera circolazione delle persone, dei beni, dei servizi e dei capitali11; l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati Membri12; il coordinamento delle politiche nazionali di settore13; la convergenza delle politiche macroeconomiche degli Stati Membri attraverso un meccanismo di sorveglianza multilaterale14.

    Al fine di realizzare tali obiettivi i redattori del Trattato di Dakar hanno predisposto una struttura istituzionale decisamente articolata, caratterizzata dalla compresenza di organi a carattere intergovernativo ed organi più propriamente comunitari15.

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    Gli organi di natura intergovernativa sono la Conferenza dei Capi di Stato e di Governo ed il Consiglio dei Ministri. Posta al vertice dell’Unione, la Conferenza provvede a definirne gli orientamenti generali attraverso l’adozione di atti indicati dal Trattato come “atti addizionali”16. La messa in pratica degli orientamenti fissati dalla Conferenza è assicurata dal Consiglio dei Ministri, anch’esso costituito da rappresentanti dei Governi17. A tale scopo, il Consiglio dispone di un ampio potere normativo che si esprime nell’emanazione di regolamenti e direttive. Il Consiglio, inoltre, adotta decisioni, raccomandazioni e pareri18. Gli atti del Consiglio sono predisposti da un Comitato di Esperti, costituito da rappresentanti degli Stati membri19.

    Per quanto riguarda gli organi comunitari, essi rappresentano la concretizzazione di cinque ideeguida sottese al Trattato di Dakar: comunitarizzazione, trasparenza, democratizzazione, radicamento nel tessuto socioeconomico e giuridificazione del processo d’integrazione20.

    L’istanza di comunitarizzazione è incarnata dalla Commissione, i cui membri non rappresentano gli Stati di nazionalità ma esercitano le proprie funzioni nell’interesse generale dell’Unione21. La Commissione è investita, in primo luogo, del ruolo di gardienne du Traité. Essa, infatti, da un lato, verifica il rispetto degli obblighi comunitari da parte degli Stati Membri mediante il meccanismo di sorveglianza multilaterale disciplinato dagli articoli 63-75 del Trattato; dall’altro, veglia sull’osservanza della normativa comunitaria antitrust da parte delle imprese operanti nel territorio dell’Unione ai sensi degli articoli 88-90. La Commissione, inoltre, esercita un ampio potere d’iniziativa rispetto all’adozione, da parte del Consiglio, di regolamenti, direttive e decisioni22 e può adottare tutte

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    le misure necessarie per dare esecuzione agli atti di quest’ultimo23. Su autorizzazione del Consiglio, infine, negozia gli accordi esterni dell’Unione24.

    Al fine di garantire una maggiore trasparenza nelle attività dell’organizzazione, è stata istituita una Corte dei conti composta da tre consiglieri nominati dalla Conferenza su proposta del Consiglio25. La Corte vigila sulla correttezza della gestione finanziaria e sulla regolarità dei conti dell’UEMOA redigendo, a tale scopo, un rapporto ed un certificato di conformità che vengono trasmessi al Consiglio con cadenza annuale26.

    Sin dal 1994 era stata prevista in seno all’UEMOA la creazione di un Parlamento il cui compito era quello di effettuare un controllo democratico sulle attività dell’Unione e di partecipare alla formazione delle sue norme27. Nel 2003, gli Stati Membri dell’Unione hanno, con apposito Trattato, formalmente istituito tale organo28. Allo stato attuale, tuttavia, la creazione del Parlamento rimane solo sulla carta, non avendo gli Stati Membri adottato le misure necessarie al suo insediamento. Sino alla sua concreta istituzione, le funzioni del Parlamento vengono svolte interinalmente dal Comitato interparlamentare29.

    Il radicamento dell’organizzazione nel tessuto socioeconomico degli Stati Membri è affidato alla Camera di commercio regionale30. Organo di natura consultiva, la Camera regionale raggruppa le camere di commercio nazionali, le associazioni professionali e quelle patronali ed ha l’incarico di contribuire all’effettivo coinvolgimento del settore privato nel processo d’integrazione31.

    Alla Corte di giustizia, infine, spetta il compito di contribuire alla progressiva giuridificazione32 del sistema UEMOA secondo la nota formula della “integra-

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    zione attraverso il diritto”33. La Corte di giustizia dell’UEMOA è composta da membri nominati dalla Conferenza per un mandato (rinnovabile) di sei anni. Al pari di quelli della Commissione e della Corte dei conti, i componenti della Corte di giustizia non rappresentano gli Stati di nazionalità ma esercitano le proprie funzioni nell’interesse dell’Unione34. L’organizzazione, il funzionamento e le competenze della Corte di giustizia sono disciplinati principalmente dal Primo Protocollo Addizionale, allegato al Trattato istitutivo, dall’Atto addizionale n. 10/1996 (il c.d. Statuto della Corte) e dal Regolamento n. 1/1996.

    Ai sensi dell’art. 1 del Protocollo “[l]a Cour de Justice veille au respect du droit quant à l’interprétation et à l’application du Traité de l’Union”.

    Alla Corte di giustizia è attribuito, in primo luogo, il compito...

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