Politiche ambientali dei PECO e loro adattamento all'acquis comunitario

AuthorAlberto Batinti - Maria Pompò
Pages91-200
1. Il processo di allargamento dell’UE e l’acquis ambientale – 2. Alle origi-
ni del degrado ambientale dei PECO – 3. Lo stato dell’ambiente nei PECO
– 4. Le politiche ambientali dei PECO: aspetti generali – 5. Le politiche am-
bientali dei PECO: riferimenti nazionali – 5.1. Bulgaria; 5.2. Estonia; 5.3.
Lettonia; 5.4. Lituania; 5.5. Polonia; 5.6. Repubblica Ceca; 5.7. Romania;
5.8 Slovacchia; 5.9. Slovenia; 5.10. Ungheria – 6. Trasposizione della nor-
mativa ambientale comunitaria: costi e assistenza finanziaria – 7. Conside-
razioni conclusive – Bibliografia
1. Il processo di allargamento dell’UE e l’acquis ambientale
1
Nel maggio 2004, con l’ingresso nell’UE di altri 10 paesi, si rea-
lizzerà il quinto allargamento della Comunità
2
. Nell’ambito di tale
integrazione, i paesi candidati si sono impegnati ad adeguare la pro-
pria legislazione all’acquis comunitario
3
e a soddisfare i criteri di
3. Politiche ambientali dei PECO
e loro adattamento all’acquis comunitario
di Alberto Batinti
*
e Maria Pompò
**
* Dottorando di ricerca in “Analisi Economica e Statistica dei Fenomeni Sociali” presso il Di-
partimento di Teoria Economica della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza”
di Roma.
** Contrattista presso la Cattedra di Economia Internazionale della Facoltà di Scienze Politiche
della Libera Università degli Studi “S. Pio V” di Roma.
1
Ad Alberto Batinti si deve il paragrafo 2. Egli ha contribuito, inoltre, alla raccolta di dati e
informazioni relative alla Bulgaria, Lettonia, Lituania, Romania e Slovacchia. Il resto del lavoro
è da attribuire a Maria Pompò.
2
I PECO che hanno fatto domanda di adesione sono: Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slo-
venia, Estonia, Bulgaria, Lituania, Lettonia, Romania, Repubblica Slovacca, di questi, l’ingresso
di Bulgaria e Romania slitterà al 2007.
3
Si tratta della legislazione dell’UE, che è divisa in 31 aree o capitoli ed il capitolo 22 riguar-
da l’ambiente.
Copenaghen (1993)
4
, sia quelli politici (stabilità democratica, stato di
diritto, rispetto dei diritti umani e delle minoranze), che quelli eco-
nomici (piena economia di mercato). Al Consiglio europeo di Cope-
naghen è seguito, nel dicembre 1994, il Consiglio di Essen durante il
quale la Commissione ha formulato una strategia di preadesione
5
,
rafforzata dal successivo Vertice di Lussemburgo (dicembre 1997),
con l’introduzione del partenariato per l’adesione e lapartecipazio-
ne ai programmi comunitari
6
. Nel novembre 2002, la Comunità ha
proposto una strategia per completare i negoziati di adesione, chia-
mata road map, approvata dai Consigli europei di Nizza (dicembre
2000), Gothenburgh (giugno 2001) e Laeken (dicembre 2001). Viene
così indicato il percorso negoziale che si articola nei 31 capitoli che
compongono l’acquis. Il negoziato relativo all’ambiente ha avuto ini-
zio nel 2000 e completato alla fine del 2001 per la maggior parte dei
paesi, mentre sono ancora aperte le trattative con la Bulgaria e la Ro-
mania. Per dare, inoltre, corso ad un ulteriore integrazione nell’ambi-
to della politica ambientale, i paesi candidati hanno aderito all’Agen-
zia Europea per l’Ambiente (EEA).
In particolare, con riferimento al settore ambientale, i criteri di Co-
penaghen richiedono ai paesi candidati di rendere la propria legislazio-
ne conforme a quella dell’UE, ossia, di rispettare l’acquiscomunitario.
Questo processo, nella terminologia dell’UE è conosciuto come ap-
prossimazione. La Commissione ne ha definito i punti fondamentali
che sono: trasposizione della legislazione dell’UE; ristrutturazione isti-
tuzionale ed amministrativa, necessaria per l’implementazione.
Il rispetto della seconda condizione, risulta, tuttavia, particolar-
mente difficile per i PECO, sia per l’assenza del necessario quadro
istituzionale, sia per l’insufficienza dei mezzi finanziari richiesti dal-
92 UE e PECO: impatto ambientale dell’allargamento
4
Nel Consiglio Europeo di Copenaghen del giugno 1993 la Comunità riconobbe ufficialmente
ai paesi dell’Europa centro-orientale la possibilità di diventare membri dell’Unione, fissando i cri-
teri fondamentali per l’adesione.
5
La strategia di preadesione consiste in assistenza finanziaria, accordi, partecipazione ai pro-
grammi dell’Unione, preparazione per le negoziazioni; comprende gli Accordi europei, il Dialogo
strutturato, il Libro bianco e il Programma Phare. Gli accordi europei sono accordi che mirano a
rafforzare i rapporti tra Unione e paesi candidati per arrivare alla costituzione di una free trade
area, intensificando il commercio tra Unione e candidati e gli investimenti diretti. Il dialogo strut-
turato cerca di rendere più sociale il processo d’integrazione invitando i candidati a dialogare con
l’Unione. Il Libro bianco fornisce il quadro generale della legislazione dell’Unione. Il program-
ma Phare è nato nel 1989 come strumento finanziario per favorire la ricostruzione economica del-
la Polonia e dell’Ungheria, successivamente è stato esteso anche agli altri candidati.
6
Il partenariato per l’adesione nasce con il regolamento n. 98/622/CEE ed è uno strumento che
fornisce assistenza finanziaria, ma non solo, ai PECO per raggiungere le priorità fissate dall’U-
nione, prima fra tutte il recepimento dell’acquis. I programmi comunitari comprendono le princi-
pali politiche dell’UE (ad esempio: ambiente, trasporti).
l’osservanza degli obblighi derivanti dall’acquis. In considerazione
di tale difficoltà l’UE ha ritenuto opportuno concedere ai paesi can-
didati dei periodi di transizione, solo limitatamente ad alcuni casi. In
particolare, il Parlamento europeo ha stabilito: un periodo di transi-
zione accettabile per il trattamento delle acque urbane; un periodo di
transizione da negoziare per l’inquinamento industriale; un periodo
di transizione per recepire tutte le direttive (fatta eccezione per quel-
le relative alla qualità dell’aria, alla protezione della natura, all’ac-
cesso all’informazione, alla valutazione dell’impatto ambientale).
Su questa base, all’Ungheria, Polonia e Slovenia è stato concesso un
periodo di transizione fino al 2015 per il recepimento della direttiva sul
trattamento delle acque urbane; alla Lituania, per la stessa direttiva, fino
al 2009; all’Estonia per la direttiva sulle discariche, fino al 2009; all’Un-
gheria per la direttiva sui combustibili fino al 2004 ed infine, alla Polo-
nia per la direttiva VOCs (volatile organic compounds), fino al 2005.
Benché i periodi di transizione concessi vadano incontro alle no-
tevoli difficoltà che i PECO devono superare per il rispetto dell’ac-
quis ambientale, sorge tuttavia il rischio che portino ad una inevita-
bile attenuazione del rigore dell’acquis medesimo.
L’esigenza di rispettare i relativi vincoli prima dell’adesione era,
infatti, dettata da una serie di importanti considerazioni. La prima, era
legata alla necessità di limitare il problema dell’inquinamento tran-
sfrontaliero tra paesi – come, ad esempio, nel caso delle piogge acide.
La seconda, sottolineava l’opportunità di prevenire possibili dumping
ambientali, connessa all’esistenza di legislazioni di diversa severità.
La terza, infine, puntava ad assicurare che la normativa fosse recepita
prima che l’ingresso dei PECO nell’UE modificasse la struttura del
processo decisionale dell’Unione, col rischio che le pressioni dei nuo-
vi membri, caratterizzati da una minor attitudine ambientale, potesse
ridurre il rigore delle politiche comunitarie. Ciò, d’altra parte, è quel-
lo che è avvenuto a metà degli anni ’80, a seguito dell’ingresso nel-
l’UE di Grecia, Spagna e Portogallo, i quali, con il loro potere di vo-
to in sede parlamentare, hanno rallentato il processo di acquisizione
della normativa ambientale per favorire gli obiettivi di crescita
7
.
Quest’ultimo rischio è reale e si ripropone con la concessione dei
periodi di transizione che può ridurre la spinta nei paesi candidati a
realizzare investimenti in infrastrutture ambientali, ritardando i pro-
gressi attesi. Poiché, allo stato attuale, l’UE non ha ancora chiarito
Politiche ambientali dei PECO e il loro adattamento all’acquis comunitario 93
7
Nella letteratura anglosassone i paesi implicati in tale processo vengono non a caso definiti
“leader” e “laggards”.

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