Libero scambio e ambiente nell'Europa allargata

AuthorOlga Marzovilla
Pages283-342
1. Introduzione – 2. L’evoluzione delle relazioni commerciali tra l’Unione
europea e i PECO – 3. Gli effetti del commercio internazionale sull’am-
biente; 3.1 L’effetto di scala; 3.1.1. Effetti di scala e trasporti nei PECO;
3.2. L’effetto strutturale; 3.3. L’effetto tecnologico – 4. L’effetto netto del
commercio internazionale sull’ambiente in seguito all’allargamento: una
difficile stima; 4.1. L’influenza degli effetti politico-istituzionali; 4.2. L’in-
fluenza degli effetti indiretti del commercio internazionale – 5. Conclusioni
– Bibliografia
1. Introduzione
Dal primo maggio del 2004, con l’ingresso di dieci nuovi paesi,
l’UE costituirà un’area integrata di venticinque membri caratterizza-
ta dall’assenza di frontiere e da un’armonizzazione normativa che
consentirà una più rapida circolazione di beni e di servizi. Si accen-
tuerà, così, il processo d’intensificazione degli scambi commerciali
tra l’Europa occidentale e orientale iniziato nel corso degli anni no-
vanta con l’entrata in vigore degli Accordi europei.
Ciò rende particolarmente attuale, nel contesto dell’Europa allar-
gata, un tema entrato a far parte delle questioni economiche ampia-
mente discusse nel corso degli ultimi anni, ossia le relazioni esisten-
ti tra commercio internazionale e ambiente.
6. Libero scambio e ambiente
nell’Europa allargata
di Olga Marzovilla
*
* Professore associato di Economia Politica nella Facoltà di Scienze Politiche della Libera Uni-
versità degli Studi “San Pio V” di Roma.
284 UE e PECO: impatto ambientale dell’allargamento
Si tratta di un tema che si presta ad essere affrontato in una dupli-
ce prospettiva, poiché duplici sono le relazioni che corrono tra libero
scambio e tutela ambientale. Ad una che va dal commercio interna-
zionale all’ambiente e cerca di analizzare l’impatto del primo sul se-
condo, se ne contrappone un’altra che parte dall’obiettivo della dife-
sa del patrimonio naturale e s’incentra sui suoi effetti sulla libertà de-
gli scambi.
Con riferimento a quest’ultima, come sottolineato da un’abbon-
dante letteratura che estende il modello di Brander-Spencer (1983,
1985), Dixit (1984) e Eaton e Grossman (1986) per dimostrare l’esi-
stenza dell’incentivo dei governi a comportarsi strategicamente, la
politica ambientale può prestarsi, esplicitamente o implicitamente, ad
essere impiegata come strumento di politica commerciale (Markusen,
Morey, Olewiler, 1992; Barret, 1994, Kennedy, 1994; Rausher, 1994;
Ulph 1992, 1993, 1994; Conrad 1994). In realtà, standard di prodot-
to e di processo, ecolabel, ecoaudit, basati su criteri ecologici troppo
severi, potrebbero essere usati in modo distorto, trasformandosi in
barriere occulte all’importazione; nel contempo, il tentativo di acqui-
sire vantaggi competitivi per le imprese nazionali potrebbe spingere
verso l’adozione di politiche di ecodumping (O. Marzovilla, 2000).
Con l’allargamento dell’UE e con l’ampliarsi, al suo interno, del-
la forbice tra paesi meno “verdi” e paesi più “verdi”, il rischio di un
uso strumentale della politica ambientale non può essere sottovaluta-
to e dischiude un filone di ricerca non ancora adeguatamente ap-
profondito.
Nel presente lavoro, tuttavia, l’attenzione sarà posta esclusivamente
sulla prima relazione, ossia sull’esame dell’impatto ambientale dell’in-
tensificarsi dei flussi commerciali a seguito dell’allargamento.
In particolare, l’analisi s’incentrerà sugli effetti diretti che la lette-
ratura economica riconduce generalmente al commercio internazio-
nale (effetti di scala,strutturale,tecnologico) e su quelli che ad esso
si ricollegano più indirettamente. Lo scopo è di valutare la possibile
direzione che tali effetti assumeranno con riferimento ai nuovi mem-
bri dell’Europa centro-orientale, generalmente indicati con la sigla
PECO nel presente lavoro.
In realtà, data la forte asimmetria che caratterizza la posizione dei
vecchi e dei nuovi membri dell’UE nel commercio internazionale, a
tutto vantaggio dei primi, l’impatto ambientale dell’interscambio gra-
verà soprattutto sui secondi, con un segno positivo o negativo che ri-
sulterà dalla somma dei vari effetti, di volta in volta esaminati. Pur-
troppo, la varietà degli effetti ambientali del commercio internazio-
Tra le principali finalità degli Accordi si poneva, infatti, la pro-
gressiva creazione di un’area di libero scambio tra l’Unione europea
e i paesi associati su basi di reciprocità
2
, anche se non in modo sim-
Libero scambio e ambiente nell’Europa allargata 285
nale e il loro operare spesso contrastante, rendono impossibile una
stima esatta del loro risultato netto, consentendo solo analisi parziali
tendenti a valutare l’incidenza dei singoli effetti, ed è proprio questo
l’approccio che caratterizzerà il presente lavoro.
2. L’evoluzione delle relazioni commerciali tra l’Unione europea
e i PECO
Dagli inizi degli anni novanta, con la caduta del muro di Berlino e
l’aprirsi al mercato dei paesi dell’Europa centro-orientale, le relazio-
ni commerciali di detti paesi con l’Unione europea hanno registrato
un rapido e significativo incremento.
Il processo è stato favorito dall’entrata in vigore degli Accordi eu-
ropei conclusi tra l’UE e i PECO su base bilaterale e secondo la ca-
denza temporale illustrata nella tabella 1
1
.
1
Questi accordi fanno seguito agli Accordi di associazione già conclusi con la Turchia (set-
tembre 1963), Malta (dicembre 1970), Cipro (dicembre 1972).
2
Gli Accordi, oltre alle relazioni commerciali, disciplinano altre grandi aree: il dialogo politi-
co, la cooperazione economica, l’assistenza finanziaria, l’armonizzazione normativa.
Tabella 1 – Accordi europei: data di conclusione e di entrata in vigore
Paesi Sottoscrizione Entrata in vigore
Bulgaria Marzo1993 Febbraio 1995
R.Ceca Ottobre 1993 Febbraio 1995
Estonia Giugno 1995 Febbraio 1998
Ungheria Dicembre 1991 Febbraio 1994
Lettonia Giugno 1995 Febbraio 1998
Polonia Dicembre1991 Febbraio 1994
Romania Febbraio 1993 Febbraio 1995
Slovacchia Ottobre 1993 Febbraio 1995
Slovenia Giugno 1996 Febbraio 1999

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